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Cronaca

JESI Caterpillar: «Siamo una grande famiglia, nessuno starà da solo a Natale»

I lavoratori che intanto hanno ricevuto le felpe dono dell’azienda che li vuole mandare a casa: «Ci svegliamo la notte e non dormiamo più perché il pensiero è fisso»

JESI, 23 dicembre 2021 – Le feste sono alle porte ma questo Natale il pensiero non può non andare ai lavoratori e alle lavoratrici della Caterpillar, azienda che ha deciso di chiudere lo stabilimento jesino nonostante la produttività del sito e la qualità dei prodotti siano inequivocabili.

Una decisione cinica che si spiega solo con i numeri: l’azienda infatti delocalizzerà la produzione spostandosi dove il lavoro costa meno, Cina e Messico.

Intanto agli operai sono state consegnate le felpe dell’azienda, celebrative dei 25 anni di attività (foto in primo piano). Ieri mattina nello stabilimento c’era un insolito via vai di camionnelle scorse settimane sono stati fatti tornare indietro – che hanno consegnato i materiali: «Ordinati da tempo ormai vengono portati e sistemati nello stabilimento», spiegano i lavoratori.

La felpa del 25ennale

«Speriamo che lo spirito del Natale faccia ragionare il signor Chatain (direttore dello stabilimento) per rivedere questa decisione – spiegano Daniele Catalani, Andrea Freddoni, Luca Cervone, Paolo Romagnoletti e Donato Acampora -. Il presidio qui va avanti anche dopo Natale: senza tregua è il nostro motto».

Tra lavoratori c’è un sostegno incredibile.

«Faremo in modo che nessuno, ma proprio nessuno, tra di noi passi il Natale da solo: chi ha perso i propri cari, chi li ha lontano, non trascorrerà le feste da solo».

Dall’incontro dei giorni scorsi in Regione con l’azienda ci si aspettava qualcosa di diverso.

«Il treno è partito» ha detto Chatain, raccontano.

«Insomma, la procedura di licenziamento è iniziata e non c’è nessun cenno che si possa tornare indietro».

Tanta la solidarietà arrivata ai lavoratori, dai panettoni agli striscioni, alle luci spente al centro commerciale La Fornace, fino ai contributi economici: «E domani (oggi, ndr) manifesteremo in centro città, dobbiamo far sentire la nostra voce».

«Conoscendo l’azienda la speranza che le cose in Regione andassero diversamente era flebile – spiega Donato Acampora, Fim Cisl . Noi confidavamo in una sospensione della procedura per aprire una trattativa nuova, certe notizie non si possono dare così».

Ieri ancora due ore sciopero: «Facciamo il minimo per non pensarci, ma non è semplice stare concentrati – spiegano i lavoratori -. Dormiamo poco, ci svegliano di notte perché i pensieri prendono il sopravvento e non riusciamo più a dormire. Qualcuno aveva preso un mutuo per casa, chi si era comprato la macchina: lavoravamo su tre turni, mai avremmo pensato di chiudere».

Eleonora Dottori

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