Cronaca
JESI Collegio Covid, la cuoca: «Un pasto caldo e tanto amore per gli anziani»
30 Gennaio 2021
Josefina Cioara e la collega Orietta Pigliapoco lavorano nella cucina della struttura di via San Marco dove è in atto un focolaio
JESI, 30 gennaio 2021 – La cucina del Collegio Pergolesi non ha mai chiuso nonostante la difficile situazione che interessa la struttura di via San Marco dove il virus ha contagiato 46 ospiti, la maggior parte del personale sanitario, ed è costato la vita a due anziane.
Josefina Cioara lavora da 21 anni per la ditta Pellegrini Spa nella struttura gestita dalla Congregazione dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia il cui superiore, Fratel Tito, purtroppo è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale “Carlo Urbani“.
«Siamo due persone nella cucina del Collegio – racconta -. Da quando il focolaio ha interessato la struttura abbiamo sempre fornito un pasto caldo agli anziani e alle anziane ospiti che sono ormai abituati a mangiare in un certo modo. Sappiamo che in queso momento corriamo un rischio ma non potevamo lasciarli soli».
Sono parole d’affetto e di grande abnegazione quelle della signora che insieme alla collega Orietta Pigliapoco si occupa di cucinare i pasti principali agli ospiti, comprese colazioni e merende.
«E’ un sacrificio enorme perché siamo solo in due a gestire i turni ma voglio bene a questi anziani, ci conosciamo, e non potevamo permettere di lasciarli soli proprio in questo momento di difficoltà. Anche noi contribuiamo alla loro permanenza al Collegio». [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”291936″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]
Al Collegio Pergolesi il personale è ridotto all’osso, tanto che il direttore Enrico Carrescia ha fatto presente la situazione agli organi competenti affinché, al più presto, venga inviato anche personale di supporto militare.
Eleonora Dottori
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