Segui QdM Notizie
;

Cronaca

JESI Eredità Cesarini, gli amici: «Così non si rispettano le volontà di Daniela»

Il “Comitato Eredità sociale per Daniela” trova che la struttura delle ex Giuseppine presenti troppe criticità per ospitare la Casa famiglia voluta dalla pasionaria jesina

JESI, 1 marzo 2021 – Il Comitato eredità sociale per Daniela, composto da amici della pasionaria jesina, entra nel merito della gestione dell’eredità della Cesarini. L’ultima vendita dei beni della ex assessora ai servizi sociali, che scelse il suicidio assistito nel 2013, risale al 2018 per un ricavo complessivo di 1.015.000 euro.

Il luogo individuato per la realizzazione della Casa-famiglia è l’ex convento delle Giuseppine in Piazza Pergolesi, derivata dal progetto del piano di recupero di iniziativa privata: circa 277 metri quadrati, per un ammontare di 600 mila euro circa.

Il resto del lascito il Comune intende impiegarlo «per l’abbattimento di barriere architettoniche nelle scuole jesine» come annunciato in occasione dell’incontro con la Onlus Cesarini e l’Aniep, realtà che avevano già espresso dubbi in merito all’immobile di Piazza Pergolesi per ospitare persone con disabilità.

«Ci opponiamo a una gestione così poco rispettosa delle ultime volontà che Daniela ha inteso volgere con generosità a Jesi e ai suoi cittadini più deboli – tuona il Comitato -, gestione finita in mano ad amministratori che rischiano di stravolgere il senso dei suoi obiettivi» fa sapere il Comitato. Nel testamento si chiedeva che “l’eredità dovrà comunque essere impiegata per servizi rivolti alle persone disabili o comunque per migliorare la loro integrazione sociale”.

ex giuseppine piazza pergolesi jesi

La struttura individuata dal Comune non convince neanche gli amici di Daniela Cesarini.

«Spropositata la spesa di 600.000 per i soli quattro ospiti previsti, ogni camera avrebbe un valore indicativo pari a 150.000 euro. Vorremmo che fosse reso pubblico un Piano economico o un computo metrico dell’intervento che possa giustificare una tale spesa.

Siamo del tutto certi che Daniela dissentirebbe con l’idea di impiegare una parte della sua eredità per eseguire lavori pubblici a cui si dovrebbe di fatto provvedere con il bilancio comunale. Da ex amministratrice inorridirebbe. E nel caso il nostro appello non fosse ascoltato vorremmo che almeno fosse pubblico l’elenco delle opere pubbliche che dovrebbero fruire di questo lascito, per sapere dove questi soldi verranno dirottati».

Le osservazioni presentate dall’Aniep e dalla Onlus sulle ex Giuseppine, non prese in considerazione dal Comune, sono state fatte eseguendo delle prove con una carrozzina standard: ne sono emersi problemi per la rotazione delle carrozzine nei corridoi, assenza di uscite di sicurezza, bagni troppo piccoli, spazi comuni non adatti ad accogliere contemporaneamente più persone.

Daniela Cesarini

«Chi acquisterebbe una casa senza prima accertarsi della sua facile abitabilità e della rispondenza appieno alle proprie esigenze? La prima cosa che fece Daniela prima di acquistare l’appartamento in cui viveva fu misurare l’ampiezza dell’ascensore, solo per fare un esempio. La rispondenza della struttura al suo utilizzo va ponderata a priori, non dopo».

Dopo un iter di otto anni e con una simile e cospicua eredità, «probabilmente si poteva e doveva aspirare a una struttura più idonea in sintonia con le richieste e la sensibilità di Daniela. Perché allora tanta insistenza su una struttura privata, avente spazi che potrebbero diventare accettabili solo dopo corposi e sostanziali modifiche all’interno di un complesso che in parte è anche sottoposto a vincolo della Soprintendenza?

Qual è il senso ultimo dietro una decisione così divisiva e che appare priva di senso logico? Rimaniamo disponibili e aperti a un confronto serio sulla struttura ipotizzata dall’Amministrazione, ma rimaniamo fermi nel giudizio negativo rispetto all’intervento proposto che sembrerebbe più di origine speculativa immobiliare piuttosto che fatto nell’interesse della città e delle persone che vivono ogni giorno situazioni delicate e che hanno esigenze complesse per poter fruire degli spazi in piena autonomia come nei desideri di Daniela. Ogni altra strada sarà per noi considerata una violazione delle sue ultime volontà».

Il complesso affaccia su Piazza Pergolesi

Il Comitato conclude: «Ogni Amministrazione non è chiamata per il suo mandato a fare delle scelte rapide e definitive solo perché ha l’obbligo di “fare”, di decidere in ogni caso e di realizzare. Ogni Amministrazione deve portare avanti delle continue scelte ogni volta con cognizione di causa, con spirito di responsabilità collettiva, con la più ampia condivisione possibile nel rispetto del bene ultimo dei cittadini. Ancor più quando un singolo cittadino decide di lasciare la sua eredità ed i sui beni post mortem a servizio esclusivo e totale della cittadinanza tutta. L’Amministrazione si dimostri per una volta umile e disponibile all’ascolto così come avrebbe voluto la nostra amica Daniela».

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News