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Jesi Ex cascamificio, la Fondazione Pergolesi Spontini messa da parte

Jesiamo attacca in merito alle recenti scelte dell’Amministrazione comunale anche in ordine all’operazione ex Giuseppine e complesso di San Martino

Jesi – L’Amministrazione comunale di Jesi ha recentemente disposto, con una scelta prettamente politica, dinaumentare da € 3.550.000,00 a € 5.700.000,00 l’importo relativo all’intervento di recupero e di rifunzionalizzazione del complesso San MartinoQualità dell’Abitare, finanziato per € 3.200.000,00 con fondi Pnrr, € 320.000,00 con il fondo per l’avvio delle opere indifferibili, € 700.000,00 con l’applicazione dell’avanzo di amministrazione ed € 1.480.000,00 con fondi propri dell’Amministrazione (derivanti da oneri Amazon).


Aumentare da € 5.020.000,00 a € 5.685.800,00 l’importo relativo all’intervento di recupero e di rifunzionalizzazione dell’ex CascamificioQualità dell’abitare, finanziato per € 3.840.000,00 con fondi Pnrr, € 375.000,00 con il fondo per l’avvio delle opere indifferibili, € 1.120.000,00 con l’apporto di capitali privati ed € 350.800,00 con fondi propri dell’Amministrazione.

Ma se questa è stata una scelta politica, e probabilmente ideologica, e pure di bandiera (al di là dei risvolti legati all’housing sociale, che dovrebbe giustificare, in modo apparentemente accettabile e plausibile, una scelta generale invece probabilmente errata), ci si chiede perché non è stato deciso di lasciare nell’immobile ex Giuseppine la casa alloggio che, grazie all’eredità Cesarini, avrebbe dovuto essere ivi realizzata, e perché si è preferito utilizzare invece parte di questi soldi per realizzare un’altra casa alloggio (declassando sostanzialmente la prima a servizi) proprio al San Martino – divenuta una priorità assoluta e una vera battaglia di bandiera –, rendendo così possibile e fattibile, anche proprio grazie a quei soldi, l’operazione di recupero nel suo complesso?


Perché, questa volta, non si è data la priorità, ferma la previsione delle ex Giuseppine, e la relativa realizzazione sociale, alla cultura? Sarebbe stato un messaggio importante.

E, quindi, perché, invece di correre dietro a battaglie di parte, l’Amministrazione comunale non ha inserito risorse, fondi (anche quelli di Amazon) e impegnato capacità di programmazione nell’operazione “Cascamificio/ Fondazione Pergolesi Spontini”, investimento che era stato visto come un volano di crescita per la intera città, con indubbie capacità attrattive, anche per le attività culturali in generale, procedendo sempre con stralci funzionali, e dimostrando così di credere fermamente, anche privilegiandola, nella cultura, come patrimonio non svilibile, dedicandovi, come peraltro già deciso dall’Amministrazione Bacci, uno straordinario sforzo non solo finanziario e reale capacità innovativa, considerandola una importante realtà, grazie alle sue enormi potenzialità, da mettere a disposizione delle nuove generazioni?


L’attuale Amministrazione comunale ha agito invece con una ottica miope: ora, a parte avere un chiarimento sui privati che hanno apportato gli € 1.120.000,00 di capitali, escludendo la Fondazione Pergolesi-Spontini, che ha investito i suoi € 700.000,00 nell’acquisto dell’immobile, e sull’esistenza di una reale traccia comprovante il residuo, indicato impiego di € 420.000,00 (si parla genericamente di un impianto fotovoltaico da realizzare nella copertura, probabilmente anche fantomatico), sarebbe importante sapere cosa pensa la stessa Fondazione della marginalità del suo ruolo, relegato ora, praticamente, a quello di un immobiliarista.


Sarebbe altresì importante sapere anche quando il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha preso e formalizzato una siffatta decisione, che confligge con scopi e finalità della stessa.

Jesiamo

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