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JESI Homograft, il Rotary Club per il Centro di Cardiologia pediatrica di Raipur

Il progetto è stato ideato e portato avanti dal presidente Marco Pozzi, cardiochirurgo pediatrico

JESI, 23 novembre 2020 – Si è svolta venerdì la conferenza stampa via Zoom del Rotary club di Jesi, che ha presentato il progetto Homograft, ideato dal presidente Marco Pozzi, cardiochirurgo pediatrico, che finanzia il Centro di Cardiologia pediatrica di Raipur.

Il progetto ha ottenuto un riconoscimento internazionale da parte della Rotary Foundation e permetterà al Centro indiano di ricevere ingenti fondi per la realizzazione di due importanti laboratori.

Presenti alla conferenza stampa anche la governatrice di distretto del Rotary Rossella Piccirilli, la responsabile del reparto Cardiologia pediatrica all’ospedale di Raipur, Pandey Ragini, e la presidente del Soroptimist club di Jesi, Katya Mastantuono, per il sostegno all’iniziativa.

«Grazie Marco, hai salvato un sacco di vite!». Incontenibile il grido di gioia della dottoressa Ragini Pandey.

Il centro ospedaliero Sri Satya Sai Sanjeevani di Raipur riceverà 182 mila dollari per la realizzazione di un laboratorio per la preparazione e conservazione di valvole cardiache umane da donatore, appunto “homograft”, con le quali potranno essere curati tantissimi bambini e per la produzione di ossigeno medicale.

Ogni anno, nascono in India oltre 220-225 mila bambini con problemi cardiaci e di questi solo il 20/30% può permettersi adeguate cure mediche.

Quello di Raipur è un centro molto importante, perché aggiunge all’offerta specialistica e all’avanguardia medico-chirurgica, accoglienza e pasti completi gratuiti.

 

Sostenuto esclusivamente dalle donazioni dei privati, vi si operano gratuitamente 1.300 bambini ogni anno. E grazie al progetto Homograft del Rotary jesino, questo numero è destinato ad aumentare fino, presumibilmente, a 1.700.

Marco Pozzi aveva illustrato i contenuti del progetto “Global Grant” anche in occasione della conferenza stampa presso la Sala Consiliare del Comune di Jesi, e aveva già raccolto l’adesione convinta di circa 45 club del Rotary tra Italia, Usa e India, nonché il sostegno del Soroptimist International, con i club di Liverpool e quello di Jesi.

«È stato un lavoro enormeha dichiarato Marco Pozzi -, sono stato anche in India a mie spese, per visitare l’ospedale di Raipur e rendermi conto della situazione. Il nostro club ha contribuito con fondi propri, messi a disposizione sia durante la presidenza del mio predecessore Mauro Ragaini, sia durante la mia. Ho poi trovato, personalmente, altri sostenitori esterni, ma il Rotary, attraverso la Rotary Foundation, ha fatto la differenza, con il contributo più importante, ampliato, dai 130 mila dollari iniziali, sino alla cifra di 182 mila, per comprendere, oltre alla banca Homograft, il laboratorio per la produzione di ossigeno medicale».

 

In collegamento da Raipur, una commossa dott.ssa Ragini, appena uscita dalla sala operatoria e pronta a rientrarvi, che ha ringraziato il Rotary, l’amico Marco Pozzi e l’Italia tutta.

«I laboratori interni al Centro permetteranno un più certo approvvigionamento e un risparmio significativo di tempo rispetto all’alternativa di una loro ricerca, molto difficoltosa, altrove. Il che si tradurrà in un maggior numero di bambini che potranno essere curati».

Soddisfatta la governatrice Piccirilli, che non ha escluso di tradurre l’invito all’inaugurazione dei due laboratori in un grande evento mediatico, teso a sensibilizzare la pubblica opinione.

Insomma, un progetto di rilevanza internazionale, che ribadisce il duplice indirizzo del Rotary jesino, impegnato sia in progetti di vicinanza al suo territorio, che in altri di più ampio respiro, in perfetta aderenza allo spirito di servizio verso il prossimo, valore fondante del Rotary International e di tutte le sue articolazioni. Un bel segnale dato dal Rotary dello spirito di fratellanza tra i popoli, che si concretizzerà nel giro di pochi mesi.

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