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Cronaca

JESI I murales di Largo Allende “chioppano”, un pericolo?

Largo Allende

Il clima delle diverse stagioni li sottopone a dilatazioni e restringimenti che determinano un continuo scricchiolio, il rischio che cadano in pezzi

JESI, 11 novembre 2021 – M’è capitato che proprio nella sede comunale sono stato accostato da un signore che era in attesa di parlare con il Sindaco, mi dice il perché e chiede collaborazione.

Il problema è delicato e vecchio di 11 anni, cioè dall’anno in cui, per la prima volta, il condominio di 120 proprietari in zona Largo Allende di Monte Tabor, ha denunciato movimenti sospetti dei due grandi e straordinari murales inaugurati nel 1984 in omaggio al sacrificio di Allende e di tutto il popolo cileno in seguito alla dittatura imposta dalle forze armate di quella nazione.

I murales, realizzati da rifugiati cileni, sono enormi: hanno un’altezza di circa 12 metri, una larghezza di due e uno spessore di 3 cm. Un tabellone di cemento armato “aggrappato” con opportuni ganci alle due pareti a sud-ovest del grande edificio di Largo Allende.

Le pareti sono di foratoni e il clima delle diverse stagioni sottopone i tabelloni a dilatazioni e restringimenti che determinano un continuo scricchiolio o, come dicono gli abitanti dei dieci appartamenti più direttamente interessati,“chioppano”.

Quando, negli anni ’80, il numeroso condominio diede l’autorizzazione, il patto fu che manutenzione ed eventuali problemi annessi, sarebbero stati a carico del Comune. Di qui l’appello al Comune già nel 2010, e più volte rinnovato, con lettere e, verbalmente, fino ai giorni nostri.

Si chiede che i murales siano tolti e che, dopo un nuovo intonaco della zona, i due capolavori siano di nuovo realizzati da un artista di valore, possibilmente riproducendo le immagini che tutti conosciamo e che sono molto significative: scoperta dell’America e Resistenza dei cileni alla dittatura. Insomma, si rischia seriamente di perdere due capolavori storici perché, sempre a detta del mio informatore che appare molto preoccupato per quello che potrebbe accadere (disturbi a parte per i fastidiosi rumori): la possibile caduta di pezzi di cemento in zona frequentata da pedoni e auto.

Insomma, ci troviamo di fronte, da una parte, a giuste istanze di cittadini che si appellano al “pacta servanda”, dall’altra al rischio di perdere due capolavori. I quali però, secondo i protestatari, prima o poi si frantumerebbero e cadrebbero a pezzi in assenza di qualsiasi intervento.

E’ possibile evitare il disturbo dello “schioppamento” e insieme, salvare i murales? E’ il tema che hanno di fronte tecnici di diverso livello. Gli interessati lamentano il fatto che nessuna Amministrazione ha mai reagito in alcun modo alla loro richiesta. Forse sarebbe stato opportuno, se non è stato mai fatto, che fossero stati mandati esperti a considerare da vicino lo status dei due grandi affreschi che, del resto, sono esposti al sole, alle piogge, al vento, al caldo, al freddo ormai da ben 37 anni. Oltre agli interessati, un sopralluogo fatto a regola d’arte è comunque richiesto dai tanti anni trascorsi.

Naturalmente l’augurio è che si possano salvare i due capolavori e insieme venire incontro alle famiglie che protestano non da oggi.

Vittorio Massaccesi

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