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Cronaca

JESI, IL SIT-IN ALLARME OCCUPAZIONE, LA CGIL: “SITUAZIONE DIFFICILE ALLA CNH”

JESI, 21 maggio 2015 – In Piazza della Repubblica per difendere il lavoro. Domani (22 maggio) le maestranze aderenti alla Fiom daranno vita ad un sit-in per portare a conoscenza dell’opinione pubblica la situazione che si è venuta a creare alla Cnh di Jesi. Un dato, tanto per capire quanta preoccupazione serpeggi tra le tute blù: ad aprile si è lavorato appena dodici giorni, con una perdita in busta paga di circa 300 euro.
“La situazione è difficile – sottolinea Gianluca Toni responsabile Fiom Cgil – e pertanto i lavoratori e le lavoratrici della Fiat Trattori di Jesi sono in piazza per denunciare il calo produttivo della fabbrica. Da mesi sono in cassa integrazione e nel mese di aprile si è lavorato solo 12 giorni con una perdita in busta paga che si aggira attorno alle 300 euro. In pochi anni la fabbrica è passata da una forza lavoro che superava le 1100 persone nel 2008, alle 890 presenti oggi; e negli stessi anni la produzione si è praticamente dimezzata scendendo da 33.000 trattori ai 17.000 che usciranno dalle linee quest’anno. In pratica il 2015 segnerà la produzione più bassa degli ultimi vent’anni”.
Con un futuro denso di interrogativi la Fiom ha deciso di coinvolgere le istituzioni: “Ciò che più ci preoccupa, è se a fronte della crisi odierna l’azienda sarà in grado di garantire negli anni a venire l’occupazione di tutti i dipendenti, e che tipo di investimento Fiat metterà sui trattori che vengono prodotti da quarant’anni a Jesi. A fronte di ciò, pensiamo siano già troppe le crisi industriali che dal 2008 hanno martoriato il nostro territorio, troppi gli uomini e le donne rimaste senza lavoro, troppi i giovani senza la speranza di un futuro. Senza fabbriche siamo convinti non peggiora solo la vita degli operai, ma quella di tutto un territorio. Se la passano peggio i commercianti, gli artigiani e vengono ridotti i servizi per la collettività. Senza lavoro c’è l’impoverimento di tutti. Per questo crediamo sia ora che le istituzioni e le forze politiche mettano sopra la difesa del lavoro un impegno vero, chiedendo conto a un’azienda come la stessa Fiat, che in questi anni ha sempre chiesto sacrifici agli operai in termini di salari e di diritti, quanto intende investire sul futuro di una fabbrica che è una ricchezza, non solo di chi ci lavora, ma di Jesi e di tutta la Vallesina”.

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