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Attualità

JESI Il virologo Clementi al convegno covid: «Non abbassiamo la guardia»

Tanta gente ad ascoltare il noto professore jesino: «Tra qualche mese potremmo venirne fuori»

JESI, 4 luglio 2020Tanta gente a Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, per seguire il professor Massimo Clementi nella sua conversazione su “Sars CoV2 e la malattia Covid19 oggi”.

Un evento di stringente attualità, che ha permesso di chiarire tanti aspetti e numerosi punti di criticità intorno alla pandemia che sta vivendo, con alti e bassi a seconda dei Paesi toccati, tutto il mondo.

Massimo Clementi e Giovanni Filosa

Clementi, che è considerato uno dei più credibili e seri virologi di fama internazionale, medaglia guadagnata sul campo per i suoi studi e le sue scoperte condotte nel laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha affrontato, dopo i saluti di rito del nuovo presidente, Ennio Figini, e del segretario generale, Mauro Tarantino, le decine di occhi fissi su di lui, con un comprensibile moto di commozione. Ritornare nella sua città stavolta per un impegno ufficiale, ritrovare vecchi amici, ripercorrere le sale ed i locali, oggi rimodernati e attualizzati per le nuove necessità della Fondazione, lo hanno fatto per un momento ritornare indietro nel tempo.

Tanti i temi, dalle diagnosi alle vaccinazioni, dalla “chiave” che ha il virus per poter espandersi, dalle caratteristiche del Coronavirus, dalla sua “provenienza” animale, dal consiglio di vaccinarsi contro l’influenza in ogni caso, come si usa fare in autunno (per lo meno i più anziani lo fanno da anni), di seguire sempre attentamente le disposizioni ed il cosiddetto distanziamento interpersonale.

«Finora, a parte qualche eccezione, gli italiani si sono ben comportati», fino al panorama che si sta profilando. Fra virologi, come per ogni campo della scienza e non solo, circolano previsioni per il futuro, dice Clementi, «non sempre molto ottimistiche. Io direi che una seconda ondata tipo la Spagnola d’inizio secolo non ha possibilità, era un’epoca storica (fra il 1918 e il 1920) molto lontana socialmente e culturalmente da quella di oggi soprattutto nell’affrontare la ricerca e mancavano totalmente medicinali adatti».

«Altra previsione è che il virus potrebbe scomparire, ma ha già girato così tanto che è improbabile che scompaia del tutto. Invece, sono convinto che se gestiamo bene i focolai che appaiono in questi giorni, piccoli ma da non sottovalutare, se avremo un lavoro di “intelligence” profondo, che permetta di capire chi sono gli infettati, probabilmente nel giro di qualche mese potremmo venirne fuori. Ma sempre sapendo come comportarci da ora in poi».

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Liotta e Clementi

In coda al convegno, molto coinvolgente, Massimo Clementi ha presentato il suo libro “La rivolta della natura”, scritto a quattro mani con la giornalista scientifica Eliana Liotta, pubblicato da La Nave di Teseo.

«È la mia prima presentazione –ha detto Clementi – e sono felice che avvenga nella mia città».

Il libro è nato dalla necessità di approfondire il grido di dolore che la natura sta urlando verso il mondo perché si sta ribellando e non c’è più tempo, l’impatto dell’uomo sul pianeta è devastante.

Molte epidemie degli ultimi decenni portano la firma dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, della disuguaglianza sociale, della deforestazione, della povertà e della fame.

La Liotta è una delle più apprezzate giornaliste scientifiche, autrice di best seller tradotti in ogni parte del mondo. Due esperienze, quella del professore coi suoi allievi e quella del genitore che, con chiarezza, deve rispondere, in periodo di pandemia, alle legittime domande e richieste dei figli.

Il nostro collaboratore Giovanni Filosa ha presentato il libro e dialogato con l’autore. Un incontro che sembrava non finisse mai, tante erano le domande del pubblico

Ma che si è concluso con il professor Clementi che firmava copie del suo libro con un sorriso sornione sulle labbra.

(redazione)

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