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Cronaca

JESI Il virologo Clementi: «Bisognerebbe vaccinare anche di notte»

«Il problema è arrivare a farlo ventiquattro ore su ventiquattro e in troppi parlano, quando dovrebbero starsene zitti»

JESI, 9 gennaio 2021 – La Befana se n’è andata, Babbo Natale è passato, a occhio e croce riprenderemo a marciare per le varie zone colorate come quando si giocava a campana. Non tutti sono soddisfatti dei regali che hanno trovato sotto l’albero o sotto al camino, Grillo ha addirittura urlato alla lunaQuo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra …(trad: quando te la finirai di abusare della nostra pazienza, in sostanza di rompere, Catilina…),rivolgendosi sicuramente a Renzi perché non ne può più di essere preso per i fondelli, e che cavolo, un po’ di rispetto per uno che non ha mai praticato l’arte dellacongiura politica! Comunque rileggetevi, se volete, l’orazione di Cicerone, c’è da imparare.

Il virologo jesino Massimo Clementi

Come consideri i vaccini che in questi giorni sono inoculati alla popolazione?

Quelli che circolano sono cose serie e solide, sia i vaccini che le terapie. Su questi presupposti dobbiamo aver fiducia. Il resto è solo boutade.

La stampa in genere sta prendendo posizioni sottolineando la necessità di medici che mancano “al fronte” e sui medici da formare. Cosa ne pensi?

Sull’aspetto delle vaccinazioni so che c’è una disponibilità dei medici di medicina generale delle strutture ospedaliere, di altre strutture pubbliche o private,per accelerare la vaccinazione della popolazione.

Si è parlato di aziende sanitarie che non vogliono richiamare, in questo momento, medici e sanitari dalle ferie…

Non scherziamo, questa affermazione non merita un commento, bisogna vaccinare anche di notte. Il problema è arrivare a vaccinare ventiquattro ore su ventiquattro.

Ma mancano medici e sanitari, e non da oggi..

E’ una cosa che noto quotidianamente e la mia Università ha in parte modificato il target. Anni fa era stata fatta una scelta, pochi medici e buoni, oggi abbiamo allargato il numero degli iscrivibili, ìn un momento in cui pensiamo di crescere e laureare più persone per rispondere a questa richiesta che è sempre più pressante.In Italia, e non solo, molti definiscono la formazione medica a numero chiuso. Non è così, è in realtà un numero programmato, nel senso che si debbono fare tanti medici quanti ne servono. E’ chiaro che questo processo va bene e risponde alle esigenze della societàquando una programmazione esiste. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”291936″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

Ma nel nostro Paese non c’è, anzi si sono fattitagli su tagli alla Sanità, così ci si è trovati di fronte al pensionamento di molti medici assunti più o meno negli anni Settanta, ed eccoci oggi in questa crisi ed in questa estrema necessità.In più, aggiungo, la totale disattenzione nei confronti della medicina territoriale negli ultimi anni, ha fatto il resto. Abbiamo un buon sistema sanitario nazionale, siamo col Giappone uno dei Paesi con la vita media più elevata, perché facciamo prevenzione, curiamo le personeaffinché non si ammalino né ammalino gli altri. Ma non si è avuta una doverosa attenzione su alcuni aspetti, tipo l’abituarsi a trovarci con un numero di medici improvvisamente insufficiente tanto che in alcune zone sono stati richiamati i pensionati per coprire delle necessità e questo non è ammissibile.

Questi brutti tempi hanno creato virologi … di destra e di sinistra. Ti sei mai trovato imbarazzato quando, che so, te lo hanno dichiarato apertamente?

L’imbarazzo mi viene se vengo inserito in un dibattito con altri, spesso neppure virologi, a fare da contraltare politico. Vedi, io ho fondato due società di virologia. Dovevamo essere in dieci dal notaio per fondare queste società, ci siamo dovuti attaccare al telefono per chiamare a Roma più persone possibile. Voglio dire che eravamo pochissimi. Adesso mi incrocio con una marea di virologi, o sedicenti tali, e mi imbarazza più questo fatto che l’essere definito di destra o di sinistra. E’ chiaro, certi contesti giornalistici – me ne sono accorto a mie spese ed ho preso in seguito le misure –sono creati appositamente per farti litigare e non confrontare. La voce grossa, la presa di posizione tranchant, fanno audience, e per questo ho deciso che in certe trasmissioni non metterò più piede. Per lo meno per non stare al gioco di alcuni tuoi colleghi, navigati nel settore.;Insomma, non voglio avere atteggiamenti di superiorità, io parlo di cose che mi competono e coinvolgono, certo che se uno mi chiede come si fa una padella di rame non glielo so dire e sto zitto.Cosa che dovrebbero fare in molti, che invece parlano, parlano…

Giovanni Filosa

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