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JESI Illustrazione: le forme, le luci e i colori di Fatma Ibrahimi

Con le sue opere è come guardare attraverso un caleidoscopio

JESI, 12 febbraio 2020 – Protagonista di diverse esposizioni in città, l’estro di Fatma Ibrahimi colpisce per l’incredibile avvicendarsi di luci, colori e figure.

È come guardare attraverso un caleidoscopio. A Jesi ha esposto a Palazzo Santoni nel dicembre del 2018, alcune opere sono attualmente esposte al Vox Club di viale della Vittoria, e anche il Festival di Serra De’ Conti NotteNera ha accolto la 34enne. Di origini albanesi, Fatma è nata a Durazzo, ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino e per qualche anno ha frequentato il conservatorio di Pesaro.

L’esposizione a Palazzo Santoni

Ti occupi esclusivamente di illustrazioni?

«Dipingo da sempre ma non ho una produzione lineare. Mi sono occupata anche di fotografia e opere plastiche, ma sempre per ritornare trasversalmente alla mia ricerca pittorica, avvalendomi delle suggestioni e delle conoscenze acquisite con altri mezzi espressivi. Dunque anche l’illustrazione è entrata nei miei interessi. Poco tempo fa mi è stata offerta la possibilità di decorare le pareti della scuola di musica Opus 1 con alcune immagini ispirate al mondo fantastico, coniugando arte, musica e natura. Ultimamente anche l’illustrazione digitale sta diventando una parte importante della mia formazione artistica. Per quanto riguarda la mia attività di tatuatrice è stata e sarà la professione che mi permetterà di proporre la mia arte in ambiti più eterogenei. Il mio è un trasferimento dei disegni che solitamente elaboro su tela sulla pelle ottenendo figure a me peculiari».

Olio, acrilico e acquerello sono le tecniche che usi per riprodurre i soggetti, principlamente paesaggi?

«Si, mi interessa particolarmente il paesaggio e la caleidoscopicità con cui mi posso muovere descrivendolo, investigando le sue caratteristiche, le sue risorse o i suoi limiti.  Tramite fluidi confini s’intravedono forme quasi antropomorfe. Un rapporto di equilibri precisi fra le figure crea delle configurazioni ulteriori. Lo studio della composizione sulle mie tele è forse la cosa più importante, cambiando e spostando gli elementi riesco a materializzare dei vuoti (che identifico con i neri profondi del quadro) che immagino riflettersi negli spazi mentali di chi guarda. Il mio intento è portare lo spettatore a bilanciare i contrasti tra pieno/vuoto che caratterizzano la maggior parte delle mie opere. È il flusso della narrazione, che mi interessa. La luce e lo spostamento completati dall’esperienza visiva e dal ricordo. Oggetti come ostacoli che saturano lo spazio della tela e come riempitivi per la mente che li interroga».

Fatma Ibrahimi (1) Fatma Ibrahimi (7) Fatma Ibrahimi (6) Fatma Ibrahimi (5) Fatma Ibrahimi (4) Fatma Ibrahimi (2) Fatma Ibrahimi (3)
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Lavori su commissione?

«Quando capita faccio anche lavori su commissione ma in genere sono una persona introversa, estranea al mercato dell’arte o ai vari concorsi, poco propensa a promuoversi anche attraverso i social».

Quali progetti hai in cantiere?

«Approfondire il mondo dell’illustrazione e continuare la mia attività di pittrice, cercando di trovare i canali giusti dove presentare i miei lavori».

Eleonora Dottori

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