Cronaca
JESI Manca tutto, dai bagni ai computer: “Galilei” in sciopero dopo il trasloco
7 Febbraio 2020
Troppi problemi nell’immobile di via Angeloni dopo lo spostamento dalla sede di Viale del Lavoro interessata dai lavori: scoppia una tubatura in classe e gli studenti “viaggiano” tra un’aula e l’altra
JESI, 7 febbraio 2020 – Studenti e studentesse dell‘Istituto di istruzione superiore Galileo Galilei in sciopero stamattina. Trasferiti a gennaio dal plesso di Viale del Lavoro, interessato da lavori, alla struttura di via Angeloni sede della Fondazione Colocci, ragazzi e ragazze hanno disertato le lezioni. I colleghi delle biotecnologie invece si trovano alla Carducci.
Circa 500 studenti e studentesse dell’indirizzo Economico sociale si sono dovuti trasferire nella struttura vicino Corso Matteotti che però fa registrare parecchi problemi: «La struttura ha diverse problematiche – spiega Riccardo Giordani della 4Les, rappresentante dell’Istituto Economico Sociale -. Le uscite di sicurezza non sono agibili, nelle classi sono scoppiati dei tubi, ci sono due bagni per 300 studentesse e uno per 200 ragazzi. Fino a poco tempo fa non c’era neanche la campanella antincendio, non ci sono gli estintori. Gli studenti degli altri istituti hanno una rete Wi-Fi, dei computer, e noi non abbiamo niente: chiediamo almeno di avere le medesime condizioni degli altri istituti scolastici».
Un’altra studentessa aggiunge: «Siamo costretti a fare le verifiche sulle sedie perché non ci sono banchi e siamo stati costretti a uscire prima da scuola perché non ci sono aule a disposizione. Sciopereremo finché non ci saranno risposte».
Anche i genitori si sono fatti sentire: «Mia madre, come rappresentate di istituto, ha chiamato in Provincia dove ci hanno rassicurato che era tutto sistemato ma il mese dopo si rompe un tubo dal pavimento – spiega una studentessa -. Abbiamo scritto una lettera senza risposta: siamo qui da gennaio e nulla in un mese è stato fatto. Al Carducci le altre classi hanno gli strumenti adeguati. Qui i docenti non possono fare lezione normalmente: noi non abbiamo la Lim, né l’aula magna, niente aule di informatica e i bagni non bastano».
Lamentele anche da parte dei docenti per la difficoltà di fare lezione in queste condizioni: «Disagi troppi: hanno ragione a chiedere diritto allo studio, speriamo e attendiamo l’efficienza che al momento non abbiamo visto. È passato un mese ma qualcosa ci aspettiamo. Non c’è internet e le nostre attività didattiche dovrebbero essere consentite sullo stesso livello di prima» spiega una docente.
Alla quale fa eco una collega: «Da gennaio siamo qui ma la situazione è precaria, non abbiamo aule attrezzate per l’insegnamento».
Stamattina gli studenti, innalzando cartelloni di protesta, si sono fatti sentire gridando «Servizi vogliamo sennò ce ne andiamo» e promettono di continuare lo sciopero finché le cose non si risolveranno.
«L’altro giorno, causa scoppio di un tubo, siamo venuti a scuola e l’aula non c’era. Siamo stati spostati al piano di sopra e il pavimento tremava nonostante nessuno camminasse. In altre classi il riscaldamento non funziona».
Peoccupazioni condivise: «Le uscite di sicurezza sono insufficienti, non vogliamo che accada quel che è successo alla Lanterna Azzurra a Corinaldo». Uno spiacevole episodio: «Abbiamo sempre fatto merenda alle macchinette ma solo poi ci hanno detto che quel che contenevano era vecchio di almeno un anno».
Eleonora Dottori
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