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Cronaca

Jesi Parchi intitolati a donne, gli studenti inaugurano tante aree verdi

Nell’ambito del progetto tra Comune e istituti superiori della città, si sono susseguite le dediche a Berthe Morisot, sorelle Brontë, Artemisia Gentileschi, Lise Meitner, Lidia Poët e Nilde Iotti

Jesi – A Berthe Morisot e alle sorelle Brontë, sono stati intitolati due parchi cittadini dalle classi del Liceo Artistico Mannucci di Jesi.

Proseguono così le intitolazioni delle aree verdi a figure di donne, in seguito al progetto avviato dal Comune con gli istituti superiori della città, per cui ciascuno di essi aveva la possibilità di individuare due nomi di donne che si sono distinte nella loro vita.

Alla presenza dell’assessora alla Partecipazione, Loretta Fabrizi e delle professoresse Pennacchioli e Amici, studenti e studentesse hanno ricordato la pittrice impressionista francese nell’area verde del Parco del Vallato.

Nel 1874 è stata Berthe Morisot ad inaugurare a Parigi la prima mostra degli Impressionisti, nonostante non abbia mai potuto partecipare agli incontri degli artisti nei caffè parigini perché donna. Dopo una vita dedicata all’arte, nel suo certificato di morte viene descritta come “senza professione” e sulla lapide è inciso “Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet”.

Alle sorelle Brontë intitolata l’area verde di Minonna (foto in primo piano). Furono un modello del diciannovesimo secolo, diventando scrittrici si ribellarono alle convenzioni sociali che vedevano il mestiere solo per uomini. Questo fu possibile soprattutto grazie all’educazione che ricevettero, che non si limitò solo alla religione e alle basi dell’alfabetizzazione ma andò oltre, permettendo loro di scrivere alcuni dei romanzi più famosi nella storia e di dimostrare il potere di un’istruzione equa.

Qualche giorno prima era toccato agli studenti della IV A del Liceo Classico Vittorio Emanuele II a intitolare il Parco Artemisia Gentileschi in via Erbarella. Erano presenti l’assessora Emanuela Marguccio e le insegnanti che hanno seguito il progetto.


Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fare. […] Le opere parleranno da sole”. Così Artemisia Gentileschi scriveva al mecenate don Antonio Rufo in un periodo storico, il ‘600, in cui non era immaginabile che una donna potesse avere talento artistico.

La vita della pittora venne attraversata dal dramma di uno stupro e da una vicenda giudiziaria che segnarono fortemente il suo percorso artistico e le opere, capolavori assoluti che solo agli inizi del ‘900 vennero riconosciuti come tali.

Anche la V Aba (Biotecnologie ambientali) dell’Iis Galilei ha inaugurato il Parco Lise Meitner di via Gobetti, in presenza del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, del dirigente scolastico Luigi Frati e delle docenti che hanno seguito il progetto. Proprio gli studenti hanno raccontato la storia di questa donna.

Lise Meitner nacque a Vienna nel 1878, dovette concludere i suoi studi dopo le scuole medie poiché, in quanto donna, non era ammessa agli studi superiori. Nonostante ciò, riuscì a studiare da autodidatta e nel 1906 fu la prima donna a conseguire il dottorato di fisica presso l’Università di Vienna.

Grazie ai suoi studi pose le fondamenta per lo sviluppo sperimentale della fissione nucleare ma, da pacifista convinta, si rifiutò di accettare incarichi di ricerca per la costruzione di una bomba atomica e fino alla sua morte si impegnò per l’uso pacifico di questa scoperta.

E’ toccato alle classi IV A e IV B dell’indirizzo turistico del Cuppari-Salvati e alla IV B dell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing inaugurare il Parco Lidia Poët in via Fileni e il Parco Nilde Iotti in via King.

Aderendo al progetto “Le idee che cambiano le cose“, studenti e studentesse hanno approfondito la storia di queste donne il cui impegno ha ispirato molti altri a lottare per una società più giusta ed equa.

Accompagnati dai prof. Pigliapoco, Latini, Desideri e Giuliodori, ragazze e ragazzi hanno sottolineato come «le storie di queste donne ci hanno portato a riflettere sul riconoscimento e la tutela dei diritti inviolabili, e come spetti a ciascuno di noi adoperarsi per garantirne la loro protezione, divenendo promotori di un cambiamento anche per le future generazioni».

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