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JESI “Pensieri fugaci”: poesie e racconti di Maria Teresa Chechile

«É il primo libro ma non sarà l’ultimo», afferma l’infermiera – poetessa

JESI, 8 luglio 2020 – Da un sottile vibrare di corde che sin da piccola ha accompagnato l’autrice, nascono i versi di questa raccolta: “Pensieri fugaci” di Maria Teresa Chechile. 

La copertina del libro

Edito dalla casa editrice Le Mezzelane, si tratta del primo libro dell’infermiera poetessa jesina.

«Con questo libro si chiude un cerchio – spiega l’autrice -. Dopo premi e riconoscimenti ho raccolto qui poesie, prosa e racconti di vita. Un connubio tra l’attività professionale da infermiera e la mia passione per la poesia: quello che definisco la “cura del corpo e quella dell’anima”. Perché se è vero che la poesia è l’estensione dell’anima, in me sulle ali del pensiero, ha spiccato il volo».

Una raccolta di scritti che raccontano la passione e la vita di Maria Teresa Chechile: i componimenti nati dalla finestra di casa dei genitori, l’incontro con pazienti che hanno lasciato il segno, l’infanzia e la versatilità nello scrivere.

Il libro in settimana sarà nelle librerie, può essere acquistato anche sul sito della casa editrice.

«Ringrazio il professor Armando Ginesi per la prefazione e per aver creduto in me, le istituzioni che mi sono state vicine e cioé il Sindaco di Jesi, Massimo Bacci, e quello di Atena Lucana ( provincia di Salerno) per il premio Filii di Atena, l’assessore regionale Moreno Pieroni, e il presidente dell’assemblea marchigiana, Antonio Mastrovincenzo e il consigliere regionale Boris Rapa».

La copertina del libro è un’immagine scattata dalla Chechile: un’alba che lascia senza parole, immortalata dall’ospedale “Carlo Urbani” dove lavora, poco prima della pandemia.

Linfermiera poetessa parteciperà anche quest’anno al Festival dello scrittore, che si terrà in rete e sui social, con uno stand “virtuale” dove poter acquistare il libro. La versatilità di questa donna e la sua caparbietà fanno pensare che qualcos’altro è già in serbo.

E, infatti, conferma: «È il primo libro ma non sarà l’ultimo». 

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(e.d.)

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