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Cronaca

JESI Piazza Federico II: necessaria una visione urbanistica di valenza superiore

Il giudizio critico dell’ing. Massimo Belcecchi, per le ex Giuseppine, inoltre, «scelta intrisa della più scarsa sensibilità storica e culturale»

JESI, 13 febbraio 2022 – Siamo oramai in dirittura d’arrivo per l’inizio dei lavori di restyling di Piazza Federico II per un importo pari a circa 220mila euro, fondi recuperati da quelli inutilizzati dal lascito Morosetti per lo spostamento della fontana in Piazza della Repubblica che ammontavano a 2 milioni di euro.

Che lavori saranno effettuati nella nuova piazza disegnata dall’architetto Carlo Melfi? Saranno rimossi la scritta in italiano e arabo che ricorda la nascita di Federico II, l‘olivo e la siepe; la nuova piazza sarà composta solo di linee che riprendono il cardo e formelle in pietra che si illuminano di diversi colori.

Il nuovo progetto è stato presentato di recente online ma senza possibilità di interventi, neanche per approfondimenti o delucidazioni varie, da parte dei collegati e degli osservatori.

«Ho seguito, con particolare interesse, la conferenza di presentazione del progetto di Piazza Federico II osserva l’ing. Massimo Belcecchie ho avuto ancora una volta la conferma che questa Amministrazione comunale, nel delicato settore urbanistico, persegue costantemente la logica di un’azione puntiforme, oltreché di una superabilissima convenienza economica piuttosto che la ricerca di scelte programmatiche di ampio respiro».

Perché questa sua convinzione?

«Guardi, per capire quanto intendo dire, il recupero di Piazza Pergolesi per non perdere un finanziamento di importanza relativa sia rispetto all’impatto delle emergenze che concorrono in quel prezioso “salotto buono” della città, che rispetto in assoluto all’amontante del finanziamento,si è realizzato un progetto datato e limitato esclusivamente all’area di intervento. Per non parlare, ancor peggio, del “contenitore ex Giuseppine” per il quale è stato approvato un progetto che prevede la ristrutturazione dell’edificio e la vendita degli alloggi ricavabili,con evidenti modifiche alle norme urbanistiche esistenti (a tal proposito si ricordi che il Tar, con le norme vigenti all’epoca della Giunta Belcecchi, aveva validato l’annullamento del permesso di costruire che prevedeva, all’epoca, per l’appunto, quanto, nella sostanza, oggi si sta facendo); evidentemente una scelta intrisa della più scarsa sensibilità storica e culturale, che fa calare “per sempre” un sipario sulla magnifica parte absidale di San Niccolò, il monumento più antico e prezioso della nostra città. Anche nel progetto di Piazza Federico II, per tornare nello specifico, vengono reiterati gli stessi criteri, infatti, per non rivedere totalmente quanto recentemente eseguito in merito e quindi gravare troppo sul bilancio delle casse comunali, ci si vincola all’orografia esistente, limitando così l’uso della piazza stessa per la quale, oltre l’indirizzo ludico-semantico proposto, poche altre vocazioni appaiono possibili».

Le ex Giuseppine in Piazza Pergolesi

Che cosa avrebbe proposto?

«Mi sarei affidato a un “Concorso di idee” e lo avrei fatto, tanto per non perseguire le scelte urbanistiche a francobollo, anche per l’area dell’ex ospedale, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, in cui, sembra, si prevede un parcheggio ancorché provvisorio. Dico un “concorso di idee” perché con un incarico diretto si consegue una sola prospettiva che, per quanto apprezzabile, non può equivalere il ventaglio di proposte derivanti dalla riflessione di una&pluralità di progettisti; mentre, nel frattempo, per riempire il sedime della traslata fontana sarebbe bastata una semplice rilastricatura in selci simili a quelli esistenti, lasciando così aperto il campo alle più interessanti proposte ricevibili da un apposito concorso di idee».

Una visione urbanistica completamente diversa?

«Direi meglio più saggia e competente, infatti, appare evidente, anche a chi non sia un “addetto ai lavori”, come una frenetica corsa mirante a “risparmiare e limitarsi alla questione singola”, privi la città di una visione urbanistica di valenza superiore e faccia sì che gli interventi non arrivino mai a diventare delle scelte autenticamente capaci di aggiungere valore a quello già prezioso che questa nostra amata città è in grado di esprimere».

Evasio Santoni

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