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JESI Pietra d’inciampo per Giulio Ottolenghi: «Ti abbiamo riportato a casa» (video e foto)

Deportato e poi ucciso nel campo di sterminio di Auschwitz nel 1944, la cerimonia in Largo Grammercato: sono 1050 in Italia delle quali 26 nelle Marche

JESI, 27 gennaio 2020 – «Questra pietra è un frammento della vita di Giulio Ottolenghi: lo abbiamo rirportato a casa».

Così Marco Labbate, ricercatore di storia contemporanea, questa mattina alla cerimonia per la collocazione della pietra d’inciampo a Largo Grammercato.

Membro dell’Istituto di Storia Marche, Labbate ha raccontato chi era lo jesino Giulio Ottolenghi: «Abbiamo una data di nascita, il 1893, e sappiamo che abitava in questa zona, precisamente la sua casa doveva essere in mezzo alla strada. In cerca di lavoro si era trasferito a Milano: dopo le leggi razziali fasciste del 1938 fu licenziato – ha raccontato lo storico -. Fece la domanda di discriminazione che è stata una delle peggiori perversioni del fascismo: tutti gli ebrei erano discriminati ma quelli che dimostravano di essere stati bravi fascisti lo erano un po’ meno. Una richiesta questa che però non fu ritenuta valida: fu deportato e finì nel campo di sterminio di Auschwitz dove fu assassinato il 23 dicembre del 1944».

La pietra è frammento della vita di Giulio Ottolenghi, sebbene di piccole dimensioni, per installarla occorre inginocchiarsi.

«La Shoah non è stata un cataclisma, c’è stata una preparazione decennnale, ecco perchè parole di discriminazione verso chiunque sono il rischio concreto di avvicinarsi al male assoluto».

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Manuela Russi, Marco Labbate,. Luca Butini

Presenti alla cerimonia, di iniziativa del Consiglio Regionale, alcune classi dell’Iis Galileo Galilei, consiglieri comunali e regionali, l’ex sindaco Gabriele Fava, molti cittadini e le associazioni Anpi e Anfi.

«Questa è una delle pietre che sono messe nella nostra regione – ha aggiunto il presidente del consiglio comunale di Jesi, Daniele Massaccesi -. Oggi è un giorno importante per ricordare. Ho avuto il privilegio di visitare Auschwitz, una tragedia che ha colpito uomini e donne di religione ebraica. Il prossimo 2 febbraio, ore 19.30, al Teatro Pergolesi si terrà “Musica per la vita” evento a cura della Corale Santa Lucia e occasione per consegnare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre che manderà un suo collaboratore».

«Ricordare è fondamentale quando l’ignoranza crescente, prepotente e diffusa viene strumentalizzata per ragioni politiche» ha aggiunto Manuela Russi per la Comunità ebraica di Ancona.

Le studentesse e gli studenti dell’Iis Galilei hanno posto alcuni sassi bianchi accanto alla pietra e scritto una cartolina indirizzata a Giulio Ottolenghi: «Le pietre d’inciampo sono una reazione a ogni forma di negazionismo, affinchè non si possa mai negare che qui ha vissuto chi non c’è più, vittima della follia». Sono circa 72mila le pietre posizionate in 16 Paesi in tutta Europa, 1050 ce ne sono in Italia, di cui 26 nelle Marche.

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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