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JESI Popolazione straniera: sportelli a supporto e tirocini

Il progetto Sprar/Siproimi è il terzo più grande d’Italia per numero di titolari di protezione accolti e per numero di Comuni coinvolti

JESI, 2 dicembre 2020 – Sono 22 i Comuni del territorio e 95 gli appartamenti dedicati all’accoglienza coinvolti nal progetto Sprar/Siproimi: il terzo più grande d’Italia per numero di titolari di protezione accolti e per numero di Comuni coinvolti.

 

Al di sopra del progetto che ha Jesi come capofila, ci sono la città metropolitana di Bologna e la capitale, Roma: stando al resoconto valido per l’anno 2018, si tratta in totale di 466 beneficiari che coinvolgono anche i Comuni di Monsano, Santa Maria Nuova, Castelbellino, Montecarotto, Monte Roberto, Castelplanio, Cupramontana, Maiolati Spontini, San Paolo di Jesi, Falconara Marittima, Camerata Picena, Agugliano, Polverigi, Monte San Vito, Montemarciano, Chiaravalle, Osimo, Castelfidardo, Loreto, Offagna e Camerano.

«Non ci si accorge della dimensione del progetto perché è spalmato su un territorio grande: non si creano situazioni complesse e, allo stesso tempo, si garantiscono maggiori possibilità di integrazione» il commento di Franco Pesaresi direttore dell’Asp Ambito 9 che gestisce i servizi sociali in modo associato in Vallesina, durante l’incontro avvenuto nell’aula consiliare del Comune, presente anche il sindaco Massimo Bacci.

«Quello migratorio è un fenomeno che va gestito perché non deve essere visto come un pericolo dalla comunità: stiamo lavorando per l’accoglienza di minori non accompagnati» ha aggiunto Matteo Marasca, presidente dell’Asp, illustrando le iniziative poste in essere per l’accoglienza e l’integrazione.

Il progetto dell’Asp ha ad oggetto la gestione dei servizi di accoglienza integrata del sistema di protezione rivolto ai minori stranieri non accompagnati. Ha come obiettivo prioritario la tutela del minore e la (ri)conquista dell’autonomia individuale dei soggetti beneficiari accolti attraverso la costruzione di un progetto educativo personalizzato.

«Sono stati un centinaio i tirocini avviati e una cinquantina i contratti di lavoro – ha aggiunto l’assessora Marialuisa Quaglieri -. Abbiamo avviato dei centri linguistici, dedicati anche alle donne, e costantemente incontriamo le diverse entie che vivono in città. Purtroppo la pandemia ha interrotto alcuni progetti, come quello di cucina dedicato sempre all’integrazione. Abbiamo dato il via al Centro Servizi per l’Integrazione, a titolarità del Comune, che in accordo con l’Asp ha deciso di rendere più agevole il rapporto con l’Ufficio servizi demograficipunto di riferimento per la registrazione di atti e la consegna di certificati in materia di anagrafe e stato civile».

 A Jesi sono presenti oltre 4.600 stranieri in rappresentanza di 94 Paesi: la comunità maggiore è quella rumena con 1.161 iscritti, seguita da quella del Bangladesh con 594 e a seguire quelle dell’Albania (340), della Nigeria (319) e del Marocco (297). 

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(e.d.)

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