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Cronaca

JESI Profughi Ucraina: «Minori e donne: attenzione alle richieste pericolose»

L’appello di Cum, Asur, Asp, Caritas, Adra, Croce Rossa e Comune: «C’è chi ha offerto spazi gratuitamente e chi invece compensi importanti»

JESI, 17 marzo 2022Sono disponibile a ospitare donne sole“, oppure “Arrivano dei bambini dall’Ucraina”: sono questi i messaggi che spaventano la macchina degli aiuti che si è attivata verso i profughi.

L’altra faccia della medaglia, insomma.

«Ci terrorizzano messaggi così – ha detto Barbara Paolinelli dell‘Asp -. Non ci si può improvvisare. Sono 60 le famiglie in tutti e tre gli ambiti cui sono erogati contributi economici».

Corrado Ceci direttore del distretto sanitario ha aggiunto: «Ci occupiamo di tamponare chi arriva, verificare che siano in regola con tutte le vaccinazioni».

Beni alimentari e vestiario rappresentano l’aiuto di Adra, chiesa avventista.

«Abbiamo attivato un protocollo chiaro e sinergico con tutti i Comuni dell‘Asp», ha aggiunto l’assessora Marialuisa Quaglieri.

«Stiamo tamponando l’emergenza in attesa che si attivi la macchina istituzionale – ha spiegato Marco D’Aurizio direttore della Caritas -. Ad oggi 30 persone sono accolte in alloggi privati messi a disposizione gratuitamente. Altre 20 persone stanno arrivando: il numero di telefono per dare disponibilità di alloggi, volontariato, segnalazioni di persone in difficoltà è 328 712 59 96. Parliamo di nuclei familiari composti da7-8 persone che non possiamo dividere ma che è difficle accogliere se non abbiamo spazi. Sono 55 le persone che si sono rese disponibili ad ospitare ma c’è anche chi ha chiesto compensi».

Cinque le Diocesi della provincia di Ancona a contatto con la Prefettura.

«Molti profughi cercano una sistemazione vicino all’Ucraina perché sperano di tornare».

Impegnati anche la Croce Rossa, per viveri e vestiario, la Uisp e il Coordinamento delle associazioni di volontariato.

«Stiamo tamponando le richieste per dare tempo alla macchina istitutzionale di attivarsi – ha aggiunto Jacqueline Bachynska, della Comunità ucraina delle Marche (Cum) .- Oltre all’accoglienza facciamo un lavoro di traduzione delle informazioni. Siamo attivi da otto anni in questo senso, perché la guerra è iniziata allora».

Eleonora Dottori

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