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JESI PRONTO SOCCORSO, L’ATTESA È DI 6 ORE MA ALMENO TE LO DICE UNO SCHERMO DA 10 MILA EURO

Massimiliano Lucaboni, portavoce di Forza Italia

Massimiliano Lucaboni, portavoce di Forza Italia

Il monitor installato al pronto soccorso dell'ospedale "Carlo Urbani"

Il monitor installato al pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani”

JESI, 24 marzo 2016 – Nonostante le ultime rassicurazioni ufficiali e il sopralluogo che ha soddisfatto anche il sindaco Bacci, il pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani”  ritorna al centro dell’interesse. Anche se, a dire la verità, da quel centro non si è mai mosso.

E torna a ri-dire la sua il coordinatore cittadino di Forza Italia, Massimiliano Lucaboni, che stavolta volge l’attenzione sullo schermo presente nella sala triage il quale «è costato 10 mila euro» .

Uno schermo, quello del nostro “ospedale modello” che «nelle intenzioni dovrebbe aiutare il personale a gestire le persone che accedono al pronto soccorso, ma che in realtà mette solo in difficoltà gli operatori che lavorano al medesimo triage».

Andando a fondo, il forzista evidenzia come «su quello schermo compaiono le ore, non i minuti, di attesa che i pazienti aspettano per poter essere ammessi alla visita. È chiaro che il vedere di attendere 5-6 ore per una visita preoccupa,  soprattutto se poi nella realtà lo stesso personale sa che quelle attese sono fittizie, perché cambiano in base agli arrivi al ps. Ma chi aspetta, non sapendolo, chiede in continuazione al personale presente. Ovviamente scaricando sullo stesso personale le colpe della situazione».

ospedale UrbaniMa non finisce qui, perché non va meglio neppure per quanto attiene i lavori in corso d’opera, in quanto «al momento prevedono in pratica una saletta dove verranno messe due barelle, non posti letto, nelle quali sistemare i pazienti in visita. Barelle dove, per due giorni, un anziano entrato al pronto soccorso in data 20 marzo scorso, fino a ieri sera, 22 marzo, è stato costretto a rimanere in attesa di un posto letto. Insomma, caos nel caos».

C’è, poi, il problema del personale, «carente come si sa». Lucaboni punta il dito contro il fatto che «qualcuno oggi accenna a parlare di nuove assunzioni. Non è vero. È aperto non un bando di assunzione ma un avviso pubblico di 3 anni che però non prevede assunzioni ma il rinnovo di contratti in scadenza in questo periodo. Quindi, nessun aumento del personale ma riutilizzo dello stesso con rinnovi contrattuali. Una presa in giro esattamente nello stile del jobs act di Renzi.  Insomma, finché non si comprenderà che la sanità non è un costo ma un investimento, le chiacchiere stanno a zero. Ci vogliono personale vero, assunzioni vere, non finte, e  due sale triage, una per i casi urgenti, l’altra per i codici bianchi e verdi. Altrimenti tutto rimane in carico al personale, che già oggi si sobbarca un peso inimmaginabile».

(p.n.)

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