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Cronaca

JESI PRONTO SOCCORSO, VIABILITÀ E SOSTA AL ‘CARLO URBANI’: LE PROPOSTE DEL TDM

JESI, 28 agosto 2017 – Da anni i cittadini, la stampa, gli addetti ai lavori hanno mosso critiche al nuovo ospedale “Carlo Urbani”, quello che i vertici dell’Asur non esitarono a definire “Ospedale modello”.

Modello, però, di non si sa cosa perché fin dal giorno della sue entrata in servizio sono cominciate ad uscire fuori manchevolezze strutturali e non solo (basta ricordarsi le zanzare nel periodo estivo, l’acqua nei locali del piano terra, ecc.).

Tra i punti critici più disastrati, saliti più volte agli onori della cronaca, quello che senza dubbio ha avuto la parte del leone è il pronto soccorso nel suo insieme (struttura insufficiente, personale carente ed altro ancora).

Nei giorni scorsi il presidente del Tribunale per i Diritti del Malato (TDM), Pasquale Liguori, dopo numerosi interventi e pubbliche denunce in merito alla materia, ha contattato l’Ing. Bevilacqua, responsabile della zona Asur, sottoponendogli alcune proposte, anche alla luce delle normative di legge e regionali vigenti in materia di assistenza, oltre a possibili soluzioni sul fronte della circolazione interna all’area, sui parcheggi e sulla vigilanza di questi ultimi.

Andiamo con ordine. Secondo il decreto presidenziale del 14 gennaio 1997, un pronto soccorso degno di questo nome dovrebbe avere alcuni requisiti minimi che Liguori così sintetizza: “Area Triage da ampliare in quanto vi sono pazienti di tre tipologie (barellati, deambulanti e pediatrici). Vanno individuati quindi spazi e locali per tali tipologie, oltre che per pazienti affetti da malattia contagiosa frequenti in età pediatrica”. Già qui il Pronto Soccorso del Carlo Urbani non sarebbe in regola ed ecco che il TDM suggerisce la realizzazione di “Locali per colloquio/attesa con i familiari; un locale per la sosta delle salme e un’area per i pazienti agonici”.

E ancora “un locale ad uso esclusivo emergenza codici rossi (un’area minima di 30 mq. Per consentire spazio a strumentazioni e a team multidisciplinari) già esiste.

Locale per le urgenze (codici Gialli/Verdi): standard minimo un locale ogni 5.000 accessi annui”. Il che vuol dire che per l’ospedale di Jesi, con oltre 60mila accessi annui, di posti ne occorreranno di conseguenza. Proseguendo nella nota delle richieste la proposta del TDM prevede “locale per codici minori e fast track e attesa post triage (pazienti in attesa visita)”.

La proposta prende in esame anche l’attesa assistita, prevedendo “un’area di stazionamento dei pazienti che devono completare l’iter diagnostico/terapeutico (4 – 6 ore). Qui devono trovare posto pazienti da ricoverare in attesa di posto letto (sarebbe bene – si legge nella nota del TDM – individuare una figura di bed manager per facilitare le procedure di ricovero e ridurre l’affollamento”.

Nella proposta del TDM, in merito alla quale dovrà dare una risposta l’Ing. Bevilacqua, si fa riferimento ai locali destinati alla osservazione breve intensiva (OBI) “riservata a pazienti per i quali non è ancora possibile prendere una decisione di dimissione/ricovero (attesa fino ad un massimo di 36 ore)” i cui standard prevedono 1 posto letto ogni 4/6000 accessi.

Ma i problemi del Pronto soccorso da risolvere non finiscono qui; il Tdm prende in esame anche l’area di degenza della medicina d’urgenza. Per questo reparto “i pazienti in attesa sino a 72 ore per problemi clinici traumatologici, pluripatologie la cui diagnosi non può avvenire in poche ore (standard minimi 2 posti letto ogni 10.000 accessi di cui almeno 1/3 ad alta intensità”.  Infine Liguori affronta la questione della Radiologia ed in particolare alla decontaminazione; “per far fronte ad un massiccio afflusso di pazienti a seguito di incidenti (chimico, biologico, radiologico, nucleare) – suggerisce il TDM – locali possibilmente all’esterno del Pronto Soccorso”.

Fin qui i provvedimenti da adottare per avere un pronto soccorso in linea con la normativa nazionale e regionale, ma il TDM (e si spera anche la direzione dell’ospedale) mette sul tavolo della discussione anche altri problemi che riguardano l’Ospedale modello, a cominciare dalla viabilità, criticata da tutti per la sua assurdità.

Secondo il TDM la via Aldo Moro dovrebbe essere a senso unico in entrata all’area ospedaliera: doppia corsia nell’ultimo tratto una delle quali riservata ai mezzi di soccorso. “Attualmente – fa notare Liguori – questo tratto di strada è a doppio senso di marcia con un pericoloso incrociarsi di auto e ambulanze al punto di snodo con l’accesso al Pronto Soccorso ed ai parcheggi” dove spesso avvengono sinistri.

“Con questo nuovo senso di marcia – precisa il TDM – i percorsi di uscita (due soltanto) per le auto sarebbero solo quelli che portano verso Via dei Colli (ingresso vecchio Murri) riservando l’attuale uscita verso la camera mortuaria solo alle auto autorizzate con permesso (dipendenti, disabili, donatori, ecc.) che possono usufruire del parcheggio a loro riservato.

La nostra proposta – continua il TDM – prevede anche di regolamentare diversamente la sosta all’interno dell’area ospedaliera in quanto attualmente la difficoltà di cercare un parcheggio provoca una circolazione abnorme di auto  che, non trovando posto, finiscono per poi parcheggiare anche lungo la strada e fuori dai parcheggi previsti.

A nostro avviso è necessario, oltre che a ricavare una ulteriore area dedicata al parcheggi, prevedere tre aree distinte per la sosta: quella per i dipendenti, quella per gli utenti disabili/in trattamento sanitario continuativo/ donatori e quella dei visitatori; per quest’ultima se si vuole garantire un posto per tutti  bisogna prevedere una sosta a tariffa per ora o frazione di ora, come avviene nella maggior parte delle strutture ospedaliere”.

A garanzia del rispetto del regolamento  di sosta – conclude la complessa richiesta del TDM – l’Asur deve prevedere, per esempio, all’interno del portierato un servizio di chiamata per la rimozione dei veicoli”.

Tante proposte che, a detta del dottor Liguori, non dovrebbero comportare ingenti spese, ma che produrrebbero servizi migliori per tutti coloro che per qualsiasi ragione debbono avere a che fare con l’ospedale cittadino.

s.b.

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