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Jesi Travolti dalla magia senza tempo di “Grease”  – VIDEO

Il musical capolavoro messo in scena da diversi lustri dalla Compagnia della Rancia ha riempito il Teatro Pergolesi, colpo d’occhio mai visto da quando lo spettacolo dal vivo è tornato ad essere libero  

Jesi, 26 settembre 2022 – Andiamo a raccontare i sorrisi da emoticon, occhi a palla a seguire incantati e mezzi cecati, le luci stroboscopiche, bambini che ballavano in platea, nei palchi, inarrestabili.

Al loro fianco, le giovani madri, in trance greasiana, che ballavano tutto, anche i momenti di recitazione, esse stesse tarantolate con accanto i mariti/amici/amanti che si dimenavano come quando c’era un’agitazione sindacale ma i sindacalisti erano Lama, Carniti, Benvenuto, gli anziani che avevano la carica dentro per ripetere certi balli e ritmi lontani ma, sai, l’ernietta, la sciatalgia, i reumatismi soprattutto mentali, gli permettevano di partecipare alla festa solo con l’apporto di applausi di gente intorno a me, me compreso.

Ma sì, parlo di “Grease”, un musical capolavoro messo in scena da diversi lustri dalla Compagnia della Rancia, e che ha riempito il Pergolesi, quasi in chiusura di Festival, in ogni ordine di posti, un colpo d’occhio mai visto in questi ultimi tempi, soprattutto da quando lo spettacolo dal vivo è tornato ad essere libero.  

Nonni, babbi ed eredi, questa è una storia fatta coi piedi… giacché la storia talvolta avanza anche a passo di danza”, cantavamo noi Onafifetti. Perché Grease è mania, è antropologia, è un mishmash di danza, musica, brillantina, creato per farci dire che la cultura intergenerazionale ha i suoi picchi ed i suoi “ti ricordi?” e che quelli non li distruggerà nessuno.

Ieri al Pergolesi c’erano, come raccontavo, diversi strati di generazioni e tanti giovani che hanno bisogno estremo di ripercorrere e non di saltare un periodo della nostra esistenza forse accantonato nel cassetto sbagliato. Iniezione, quella di “Grease”, che ha fatto bene a farci ridare – o dare per la prima volta – un’occhiata agli anni Cinquanta, ai ciuffi, alla moda, ai comportamenti, alla brillantina, al dopoguerra che ingigantiva le reazioni e faceva sembrare tutto pieno di colori che vestivano la nostra esistenza.

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Saverio Marconi, un genio, il fondatore della Compagnia della Rancia, ripropone, da 25 anni con i suoi artisti, il suo adattamento di questa festa travolgente, sfavillante di luci e di una colonna sonora memorabile, senza parlare del film, che sbancò i botteghini. C’è stato un inserimento creato da Marconi, quello dell’Angelo Rock, un confidente onirico, introdotto nel 2017 in occasione del ventennale della loro versione del musical.

Il brano “Ho bisogno di un angelo” è stato introdotto dalla Rancia per la prima volta al mondo, in una versione teatrale, su gentile concessione di Warner Chappell. Il successo del bravissimo cantante dotato di una voce bellissima e di un fascino che ha preso il cuore, e non solo, delle ragazze in platea, ha fatto sì che l’artista Amerigo Vitiello ci portasse in un mondo anch’esso frenetico e adorante.

Che meravigliosa la Compagnia della Rancia, il risultato è un perfetto lavoro di squadra dalla scenografia, ai costumi, alle coreografie, alle luci, alla regia.

Saverio Marconi mi aveva detto, in una chiacchierata: «Dobbiamo dire ai giovani, e ce ne sono tanti molto talentuosi e adatti al musical, di non tirarsi mai indietro, Grease è una grande metafora del tempo e di quello che ti lascia ma anche un punto esclamativo che puoi trovare, con la fantasia, fra le paginone di quel volume chiamato “Storia del Teatro”».

Poi un lunghissimo bis che raccoglieva un estratto canoro e danzante del musical, che ha coinvolto il pubblico di tutte le età. Incluso chi scrive.

Volti felici e appagati della direttrice generale Lucia Chiatti e di tutto lo staff della Fondazione: eravamo in tanti e ci siamo divertiti. Una iniezione di ottimismo che congiunge e unisce le generazioni.

(foto Binci)

©riproduzione riservata

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