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Cronaca

JESI UN GIORNO CON I GIOVANI DELL’AZIONE CATTOLICA

JESI, 21 agosto 2015 – «L’Azione Cattolica non toglie niente alla mia vita, anzi, aggiunge l’amicizia, la voglia di migliorare, di trasmettere qualcosa a coloro che mi sono affidati». Marco è uno dei cinquanta giovani che sintetizza così la sua partecipazione all’esperienza “Il gusto dell’educazione”, la proposta della presidenza dell’Azione Cattolica diocesana per quanti si dedicano all’accompagnamento di altri ragazzi, giovani e adulti. Cinque giornate a partire da martedì 18 agosto fino al primo pomeriggio di sabato 22 agosto dedicate all’ascolto di esperti e testimoni, ai laboratori di gruppo per approfondire le tematiche proposte ma anche al lavoro per il riordino e la pulizia della casa di Cingoli, per la collaborazione in cucina e nelle sale di incontro: tutto il tempo è organizzato per creare occasioni di condivisione e di amicizia e per sperimentare una modalità educativa diversa. «Voi ragazzi avete l’opportunità di partecipare a numerosi incontri, anche nazionali, potete partire per un campo di diversi giorni anche molto lontano dalle vostre case – ha detto l’assistente don Giovanni Rossi – ma, ascoltando le testimonianze di chi ha iniziato molto prima di voi, potete rendervi conto di quanto sia diverso il modo di vivere l’esperienza associativa. Chi ha iniziato a entrare in Azione Cattolica negli Anni Trenta e Quaranta, come i testimoni che sono stati con noi Anna Luconi e Siro Borocci, si incontrava una volta a settimana, non certo dopo cena, per la Messa la domenica mattina e magari per un incontro all’anno a livello diocesano, poi poco altro». La serata del 20 agosto è stata dedicata alla storia dell’Associazione: video, canzoni e parole di giovani educatori e dei due testimoni, Anna Luconi che insieme ai suoi sette fratelli e ai genitori aveva la tessera associativa dall’età di cinque anni, e Siro Borocci che vive in Azione Cattolica dal 1938: entrambi hanno assistito ai cambiamenti sia nei nomi sia nelle modalità operative e di rapportarsi con il mondo me entrambi hanno conservato nel cuore l’entusiasmo dell’appartenenza e della fedeltà. «Dobbiamo cambiare la nostra quotidianità, essere persone accoglienti, tolleranti, che si dedicano con passione anche ai servizi più piccoli, così che gli altri si possano accorgere del nostro amore per Gesù e del desiderio di farlo conoscere a tutti»: così Simone, un altro educatore che si è alternato nella serata, seguita con interesse da tutti, il cui filo conduttore è stato il racconto della vita vissuta.

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