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Cronaca

JESI VANDALI ALL’ANTISTADIO, DIVELTI PILASTRINI E GETTATI NELLA VASCA

Dalla balaustra della scalinata: «Veramente molto triste che ci sia chi passa le notti a distruggere, mi auguro che vengano individuati e condannati», il commento del Sindaco Massimo Bacci, e non è la prima volta che accade

JESI, 11 settembre 2019 – Risalirebbe a domenica sera l’ennesimo atto vandalico ai giardini dell’antistadio dove dalla balaustra di protezione della scalinata sono stati divelti alcuni pilastrini e gettati nella sottostante vasca.

Non è la prima volta che accade, l’ultimo episodio del genere era già successo nel giugno del 2018: stesso sistema, stessa furia distruttiva.

«C’è chi passa le notti a rovinare beni pubblici o a sfregiare auto – ha sottolineato il sindaco Massimo Bacci a margine della conferenza stampa di presentazione della Festa regionale della Famiglia (leggi l’articolo) che si terrà anche nell’area dell’antistadio, domenica prossima – ed è veramente molto triste che accadano queste cose».

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La vasca con i pilastrini che erano stati gettati al suo interno

La parte offesa della balaustra è stata transennata con nastro bianco e rosso e nel vuoto lasciato è stata applicata una rete protettiva, in attesa che la situazione venga ripristinata al meglio come avvenuto anche per l’altra volta, svuotando e ripulendo la vasca.

La quale si trova di fronte alla biglietteria dello stadio “Carotti” e nel tempo dentro ci è finito di tutto: dai cestini dei rifiuti ai carrelli per la spesa.

Lo stesso Sindaco è poi ritornato sull’argomento in serata, con un post nel quale dice: «Hanno distrutto parte della balaustra storica dei giardini pubblici e l’hanno gettata nella vasca. L’ennesimo atto di vandalismo, uno sfregio alla città e alla sua memoria. Spero che i responsabili vengano individuati e condannati, in particolare, al risarcimento dei danni procurati».

«Mi auguro che prendano coscienza della loro condizione che li porta a voler essere visibili attraverso atti che evidenziano l’assoluto vuoto che li pervade e l’incapacità di essere parte di una comunità».

«Ma mi auguro soprattutto che vengano isolati dai loro amici e che la condanna morale di quanti li conoscono serva loro per comprendere che, in realtà, il più grande danno lo hanno fatto prima di tutto a se stessi».

(p.n.)

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