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LETTERE&OPINIONI “BIOGAS CASTELBELLINO: ORA BASTA!”

VALLESINA, 22 agosto 2016 – Apprendiamo da fonti stampa che si è verificato nei giorni scorsi un gravissimo episodio di inquinamento e sversamento di digestato di provenienza, presumibilmente, dall’impianto a biogas di Castelbellino.

image003Da anni i cittadini della zona segnalano agli organi competenti delle gravi problematiche legate alla quotidianità cui sono costretti dopo l’insediamento dell’impianto. Di fatto, poco o nulla è cambiato ed a parte qualche sporadica apparizione delle autorità coinvolte, ancora nessuno ha preso dei provvedimenti seri ed adeguati alla situazione.

Addirittura, sempre a seguito delle segnalazioni dei cittadini, risulta che pochi mesi fa il gestore della stessa centrale a biogas sarebbe stato denunciato per violazioni legate proprio al trattamento del digestato.

Nonostante tutto questo, l’impianto ha continuato a funzionare ed oggi ci ritroviamo questo gravissimo episodio di inquinamento che pare sia arrivato a coinvolgere tutto l’Esino, dal tratto che passa nel territorio di Maiolati Spontini fino praticamente alla foce.

Va ricordato che questa centrale, autorizzata nel 2012 senza preventivo screening di Valutazione di Impatto Ambientale, opera nonostante abbia avuto, proprio per tale motivo, l’autorizzazione annullata dal TAR Marche con sentenza N.486 del 19 giugno 2015. Ciò in forza di un ulteriore decreto della Regione il DDPF 60 del 03/06/2015, con il quale l’Ente ha confermato proprio un paio di settimane prima della sentenza la non necessità dello screening di VIA ed ha convalidato il decreto autorizzativo del 2012.

In pratica, nella fase di attesa di giudizio da parte del collegio dei giudici amministrativi che avevano trattenuto in decisione la pronuncia sull’annullamento dell’atto autorizzativo impugnato, la Regione ha emesso un altro atto amministrativo di convalida del provvedimento impugnato.

Ciò ha reso di fatto inefficaci gli effetti della sentenza pronunciata successivamente dal TAR, tanto che l’impianto, in forza del nuovo atto regionale del 2015, risulta abbia continuato ad esercire nonostante la decadenza dell’autorizzazione iniziale de 2012,

Con il DDPF 60 del 3 giugno 2015, pertanto, risulta ad oggi sostanzialmente convalidato un atto amministrativo (il DDPF del 2012) cancellato però con sentenza del Tribunale Amministrativo.
Su tale aspetto della vicenda, il Comitato Tutela Salute Ambiente Vallesina aveva inviato poche settimane fa un’ istanza stragiudiziale di richiamo agli uffici della Regione, a tutti i consiglieri regionali ed alle competenti autorità di controllo proprio al fine di accertare la piena correttezza di tutto l’iter nonché per adottare tutti i possibili ed eventuali atti conseguenti anche di revoca/sospensione/annullamento in autotutela, necessari a tutelare l’interesse pubblico ed a chiarire una situazione che appare palesemente incomprensibile o inaccettabile.

Nel pressoché totale silenzio da parte di quasi tutti i soggetti che, con tale atto, sono stati informati della criticità, risulta che l’impianto sia stato lasciato libero di operare e così alla data odierna, ci ritroviamo questo ennesimo gravissimo episodio legato al suo insediamento.

ORA BASTA!!

ESIGIAMO dai competenti uffici della Regione Marche e da tutti i Consiglieri Regionali un intervento concreto ed invieremo a tale scopo una ulteriore istanza finalizzata all’adozione di ogni provvedimento in autotutela, inclusa eventuale revoca/sospensione della autorizzazione, a salvaguardia dell’Ambiente e della Salute dell’intero territorio.

Come avvenuto in passato, il tutto verrà inviato alla Procura della Repubblica che da sempre è stata informata della situazione e che quindi conosce bene chi, nei vari enti coinvolti, è stato sempre reso ufficialmente edotto dei fatti.

Riteniamo infatti sia necessario non solo punire i responsabili diretti di eventuali violazioni di legge legate agli episodi che si sono verificati, ma anche individuare chi, nel caso, non è intervenuto, pur sapendo e pur avendo il potere e/o il dovere di farlo.

Vista l’entità del grave fenomeno verificatosi, presenteremo una analoga istanza a tutti i sindaci dei comuni coinvolti, affinché adottino i dovuti o necessari atti in via cautelativa a tutela della pubblica incolumità e della Salute; chiediamo inoltre agli stessi sindaci di esigere dalla Regione di intervenire quanto prima, visto il protrarsi inaccettabile delle criticità sopra esposte.

Ritornano in mente le rassicurazioni che a fine 2011, quando l’iter autorizzativo della centrale venne avviato, alcuni amministratori continuavano a ripetere come un mantra ai cittadini residenti nella zona dove si sarebbe insediata la centrale, accusando noi del Comitato di essere “terroristi” o “opportunisti in cerca di visibilità”.

E’ energia pulita, è green economy! Non inquina, non inquina!”, dicevano …

Ci auguriamo che, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, almeno certi soggetti provino un minimo di vergogna per quanto raccontato allora alla gente e che i cittadini ricordino bene il comportamento di questi personaggi nonché chi, al contrario, da sempre, si è opposto con rigore e serietà e nel merito delle procedure a queste tipologie di impianti: centrali che poco hanno di “green” e di utile per le comunità, assomigliando invece più a mere speculazioni per acquisire milioni di euro di incentivi pubblici, a scapito spesso dei diritti di cittadini  e dei territori.

Per il Comitato Tutela Salute Ambiente Vallesina

Il Presidente

Massimo Gianangeli

 

 

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