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Jesi I giovani e la politica, sono loro che dovranno fare la differenza

Nell’ambito di “Jesi e il ‘900 – verso il 2050, le farfalle arriveranno”, l’interessante confronto che, visto il successo, sarà proposto in un nuovo incontro alla fine della mostra stessa

Jesi – Un incontro, “I giovani e la politica – un dialogo aperto sulla partecipazione politica delle nuove generazioni”, ha coinvolto nella sede della Fondazione Cardinaletti, venerdì 12 aprile, una platea molto attenta, numerosa, con una larga rappresentanza di giovani e di associazioni di volontariato intervenute.

Giovani, perché il tema della mostra, “Jesi e il ‘900 – verso il 2050, le farfalle arriveranno”, vede nei giovani il fulcro centrale, essi possono mostrarci e coinvolgerci nella loro strada verso il futuro. Hanno partecipato al serrato dibattito Filippo Bartolucci, consigliere comunale, Emma Canafoglia, delegata del Movimento studentesco, Lucia Donzelli, presidente della Consulta delle nuove generazioni, Giacomo Mosca, consigliere comunale, Matteo Sorana, consigliere comunale.

Le domande, almeno all’inizio, erano le stesse per tutti, investivano il campo personale, sociale, lavorativo, della comunicazione, l’abbattimento delle barriere, la disabilità, il volontariato, l’associazionismo, il terzo settore in sostanza, oltre alle proposte per il futuro della città di Jesi.

Il dibattito, costruito grazie all’intervento di Maria Giovanna Bacci, parte attiva della Fondazione Cardinaletti e moderato dal sottoscritto, socio della Fondazione e collaboratore nel settore della comunicazione con la stampa, ha subito dimostrato il profondo interesse di “fare politica attiva” da parte degli intervenuti.

Un panorama molto ampio, che ha evidenziato un mondo parallelo, quello dei giovani appunto, cui poco è stato dato il credito – nell’interesse verso il fare politica – che invece è emerso con convinzione.

Ciascuno ha fatto capire che bisogna dire basta a un modo di pensare spesso accolto con diffidenza già solo a sentirne parlare. 

«Non c’è alcun attrito tra i giovani e la politica, bensì tra i giovani e una politica che negli ultimi trent’anni ha anteposto la forma al contenuto, che ancor prima dei risultati ha guardato i sondaggi e che ha portato un misero 6% dei parlamentari under 35 nelle aule. E’ importante svecchiare la politica e questo può accadere solo se si è presenti e la si costruisce insieme».  

Se si guarda la politica dei partiti, ci si accorge che ha poco o nulla a che fare con le esigenze dei giovani. Poi, un altro argomento caldo è stato come avvicinare i giovani alla politica (scuole di partito già ci sono, scuole di formazione specifica verso la politica senza identificazione ideologica sarebbero più importanti), ripristinare l’educazione civica e via dicendo.

La campionessa paralimpica Paola Protopapa, graditissima presenza nella sede della Fondazione Cardinaletti per due giorni interi, ha suggerito ai ragazzi la necessità di esserci. Di vedere, toccare, vivere da vicino gli ospedali, le urgenze e le differenze, non solo fisiche, più importanti: solo così si può crescere, partecipando, senza stare seduti sopra un divano. I giovani debbono fare la differenza nella propria comunità, con il coinvolgimento attivo (“facciamolo subito, non rimandiamo”, ha suggerito Ulisse, responsabile della comunicazione social della Fondazione), ascoltando le necessità e utilizzando i mezzi di comunicazione adatti alle nuove generazioni.

Un dibattito molto profondo, che ha visto anche l’intervento del presidente Andrea Cardinaletti, sicuramente coinvolto nell’affollato pomeriggio, che ha proposto di aggiornare i lavori del confronto di venerdì con gli stessi attori presenti, per arrivare a un nuovo incontro alla fine della mostra stessa. Prima, cioè, del 19 maggio. 

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