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Società Pace, lavoro, persona e dignità al centro dell’azione politica per cambiare

Lo scenario piuttosto inquietante di una regione, le Marche, dove è drammaticamente aumentata la popolazione a rischio povertà o esclusione sociale

Secondo un recente rapporto della Cgil Marche, nella nostra regione sono peggiorate le condizioni di vita delle persone. È drammaticamente aumentata la popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, passando dall’11,5% al 13,6%. Tale peggioramento ha avuto dei riflessi anche nel mercato del lavoro, tanto è che si nota un incremento della bassa intensità di lavoro (da 5,7% a 6,4%).

A mio giudizio questo è uno scenario piuttosto inquietante per una regione che, fino a qualche anno fa, era tra le prime cinque per maggiore benessere. Penso che il compito centrale della sinistra, nello scenario di ritorno della politica, sia quello di ridare valore morale, economico e sociale al lavoro attraverso la ricostruzione della sua rappresentanza e soggettività politica. In questo territorio sociale la sinistra non rimette piede se non indica un altro modello di società, rilanciando una nuova idea di protezione radicata nella funzione emancipatrice del lavoro. Questa destra sta ponendo al centro della sua visione conservatrice la questione sociale. Il punto drammatico è che, però, ne ripropone una visione opposta dalla concezione del lavoro come aspirazione all’autorealizzazione e al riconoscimento della dignità.

Filippo Bartolucci

Con il decreto lavoro, il governo Meloni taglia drasticamente il fondo per i percettori del Reddito di Cittadinanza e destruttura, ancora di più, i rapporti di lavoro caratterizzati da precarietà. Dunque, normalizza forme intollerabili di discriminazione e di asservimento. Si tratta di un decreto che merita una risposta politica e sociale, adeguata a contrastare il disegno politico nel quale è a rischio la democrazia. Sarebbe sbagliato non tenerne conto: viviamo in una democrazia in crisi di partecipazione e di consenso.

Basterebbe analizzare il voto del 25 settembre: la destra non ha vinto con un’ondata travolgente di consenso popolare. Ha preso gli stessi voti del 2018: 12 milioni. Tutti coloro che sono alternativi ad essa hanno preso 15 milioni di voti e gli astenuti sono 18 milioni. Se quei 12 milioni di voti venissero riportati sugli aventi diritto al voto, ci si accorgerebbe che la base di consenso dell’attuale governo si aggira attorno al 27%. Un italiano su quattro. Proprio per tale motivo, allora, le forze democratiche, progressiste e di sinistra devono unirsi intorno a quattro parole: Pace, Lavoro, Persona e Dignità che, tra l’altro, si trovano alla base della nostra Costituzione antifascista. Solo uniti si può vincere e cambiare in meglio la vita delle persone.

Filippo Bartolucci

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