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Cronaca

VALLESINA POLITICA IN STALLO, AL CIS SI VA AVANTI (PER QUANTO?) CON IL CDA SCADUTO DA SEI MESI

VALLESINA, 18 dicembre 2015 – Al Cis, il consorzio intercomunale dei servizi che raggruppa 12 comuni del comprensorio della Vallesina, si va avanti con l’esercizio provvisorio. Il vecchio management continua a rimanere in sella e a prendere decisioni, anche se il mandato è scaduto da sei mesi, ovvero dal giugno scorso.
Insomma, la bottiglia per il brindisi del rinnovo delle cariche al vertice era pronta da stappare, ma adesso è stata di nuovo riposta nel frigorifero. Pensare che sembrava un cammino tutto in discesa, la nomina del nuovo CdA , tant’è che il presidente uscente, Sergio Cerioni, aveva avuto anche un incontro con l’ingegnere Piermattei, indicato dal Partito democratico quale nuovo manager dell’ente sovracomunale. Poi, quando tutto sembrava andar liscio come l’olio, qualcosa si è inceppato. Ma cosa?

A questo punto le chiavi di lettura sono molteplici. La prima chiave di lettura – cioè le notizie messe in circolo nel circuito mediatico – sostiene che la componente di minoranza dell’Assemblea dei Sindaci, ovvero i Comuni a guida centrodestra, si sono mossi in ordine sparso riguardo la nomina del loro rappresentante nel Consiglio d’Amministrazione che per volontà di tutti deve comunque avere una “quota rosa”. In sostanza l’impasse al quale si assiste da diversi mesi troverebbe una sua ragione nella difficoltà del centrodestra di convogliare il voto su una sola figura.

C’è però una seconda versione, molto più realistica per diversi commentatori. E cioè il mal di pancia di alcuni esponenti del Pd che gradirebbero al vertice del Cis persone della Vallesina e a poco servirebbe il fatto che accanto ad un presidente maceratese vi sarebbero un’avvocatessa di Moie e un commercialista di Mergo.

Ecco il “tris” presentato, ma lo stesso presidente uscente ha manifestato qualche perplessità. Si dice infatti che Sergio Cerioni avrebbe caldeggiato un ricambio nel segno della continuità; quindi che un rappresentante uscente (non Cerioni in ogni caso) rimanesse nel CdA.
Siamo dunque ai veti incrociati. E nel frattempo per il partito di maggioranza sbrogliare la matassa è sempre più complicato.

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