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Cronaca

VERTENZA ELICA Il fronte comune della politica

Dure le reazioni della politica marchigiana, che si schiera a fianco dei lavoratori e contro il piano presentato da Elica

FABRIANO, 2 aprile 2021 – La vertenza Elica scuote la politica. L’annunciato trasferimento di linee in Polonia, i 400 esuberi e la chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi hanno lasciato il segno.

Dopo le prime reazioni a caldo di preoccupazione e sconcerto (leggi l’articolo), la politica regionale si schiera apertamente contro le mosse di Elica ed a fianco di tutti i lavoratori coinvolti. A Fabriano il PD cittadino chiede unità a tutta la politica, per garantire occupazione e futuro a tutti i cittadini dell’area interna marchigiana. «La delocalizzazione non è stata mai una soluzione reale ai problemi economici ma ricerca del profitto».

Sempre da Fabriano Fratelli d’Italia parla di ennesimo stato di allerta che provocherà licenziamenti diretti ed indiretti (indotto del bianco e partite iva) e chiede responsabilità a Francesco Casoli. «Ha il dovere morale di intervenire e spiegare, non demandare ma metterci la faccia anche nei momenti difficili. Il territorio Fabrianese di certo è il più colpito, nel giro di pochi anni abbiamo visto passaggi di importanti gruppi del territorio a gruppi stranieri».

Anche i componenti del neocostituito Circolo Territoriale Fratelli d’Italia Alta Vallesina (coordinati dal Presidenteprovinciale Stefano Benvenuti Gostoli, a cuisi uniscono i consiglieri regionali Carlo Ciccioli e Marco Ausili e il dirigente nazionale del partito Giovanni Zinni), stanno in queste ore monitorando la situazione, supportando il presidente regionale nel delicato compito di riunire intorno ad un tavolo l’azienda e lee parti sociali. «Solidarietà a tutti i lavoratori interessati dalla decisione, rimarcando l’assolutanecessità che il dato occupazionale venga mantenuto stabileinuna Regione già fortemente provata dalla crisi».

Anche da Mergo (sede di uno degli stabilimenti Elica) una decisa contrarietà alla riorganizzazione della multinazionale,  con il sindaco Luca Possanzini che guarda con preoccupazione alle ripercussioni occupazionali e sociali. «Manifestiamo piena solidarietà a tutti i lavoratori degli stabilimenti e ci rendiamo disponibili a tutte le azioni utili per la migliore risoluzione della trattativa sindacale, a partire dall’istituzione di un tavolo anti crisi che coinvolga i comuni limitrofi, le sigle sindacali e la Regione Marche».

A livello regionale, dopo la presenza del capogruppo Mangialardi ieri a Mergo (“Nessuna ragione economica può giustificare la decisione di lasciare senza reddito 400 famiglie, tra l’altro nel bel mezzo di una pandemia che ha già colpito molto duramente questo territorio”, questa la sua dichiarazione), il PD regionale ha presentato un’interrogazione alla giunta Acquaroli che vede primo firmatario il consigliere Antonio Mastrovincenzo.

Elica, il presidio dei lavoratori a Mergo

Altre reazione quella della consigliera regionale pentastellata Simona Lupini, ha subito chiesto l’apertura di un tavolo di crisi al Mise. «Ho subito interessato il Ministero dello Sviluppo Economico, auspicando l’immediata attivazione di un Tavolo di Crisi con la partecipazione dell’azienda, delle parti sociali e della Regione, nella ferma convinzione che sia necessaria la massima sinergia e l’adozione di ogni strumento possibile, anche straordinario».

Decisa presa anche la presa di posizione di Rifondazione Comunista, che ricorda che la regione Marche ha tra le sue leggi (“Un lascito della nostra presenza in Consiglio Regionale”, commentano) ne ha una che consente la rivalsa e la richiesta di restituzione di tutti i fondi pubblici erogati in via diretta o indiretta alle aziende che delocalizzano.

Anche la sezione provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori entra con durezza nel dibattito, parlando di 409 lavoratori sacrificati sull’altare del sistema capitalistico locale. «Gli esuberi annunciati non sono figli del caso, non sono il prodotto della crisi economica aggravata dalla situazione pandemica, sono invece il risultato di un disegno industriale volto a distruggere occupazione  per la tutela dei profitti».

Il presidio dei lavoratori a Cerreto D’Esi

A livello nazionale, c’è la parlamentare Dem Alessia Morani che chiede l’intervento urgente dei ministri del Lavoro Andrea Orlando e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. «Chiedo – ha dichiarato Morani – che Elica venga convocata con urgenza dal governo. Voglio esprimere in quest’aula la solidarietà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che sono in presidio permanente e che meritano da parte del governo l’attenzione per quello che sta avvenendo».

Reazione da parte della parlamentare pentastallata Patrizia Terzoni: «Inutile dire che in una Fabriano e un territorio già atterriti e messi alla prova da innumerevoli chiusure, crisi, terremoti e pandemia, questa è l’ennesima evitabilissima mazzata. 409 licenziamenti vuol dire lasciare senza lavoro altrettante famiglie con un costo sociale altissimo ed inaccettabile, che non si coniuga in alcun modo con il concetto di famiglia espresso da Casoli più volte».

(Redazione)

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