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JESI INCENDIO A NOTRE-DAME: UNO JESINO A PARIGI RACCONTA LA TRAGEDIA (video e foto)

Giovanni Palermo, 25 anni, studia Comunicazione e Moda, lavora come stagista da Yves Saint Laurent

JESI, 16 aprile 2019 –  L’incendio della cattedrale di Notre-Dame è stato vissuto con angoscia e dolore. Il simbolo di Parigi, nel cuore dell’ Île de la Cité, infatti, è un luogo caro non solo ai parigini.

Giovanni Palermo, jesino di 25 anni, vive e lavora nella capitale francesce: «Notre-Dame è un simbolo della cultura europea – racconta -. Ero a casa, ieri 15 aprile, quando è scoppiato l’incendio. Ho visto dalla finestra un’alta colonna di fumo, poi i media hanno dato la notizia. Io abito al decimo arrondissement, vicino al Sacro Cuore, ma anche amici che vivono nella periferia a sud di Parigi hanno visto il fumo. Tutti hanno un ricordo, un’emozione legata a Notre-Dame. Per tutti sono state ore di grande angoscia».

Giovanni a Parigi studia Comunicazione e Moda e lavora, come stagista, da Yves Saint Laurent: «Tantissime persone sono andate sul posto per seguire l’evolversi della situazione. Con incredulità abbiamo appreso la notizia e con commozione abbiamo sperato che si risolvesse tutto in fretta. La cattedrale è un simbolo, non solo per Parigi e i parigini. Le fiamme si sono propagate rapidamente, persino i pompieri potevano muoversi seguendo direttive precise perché era estremamente pericoloso».

Nelle prime ore della mattinata odierna  l’incendio è stato domato: «Le fiamme sono partite nell’area posteriore della cattedrale e in alto, dove erano in corso dei lavori. Tutta l’Île de la Cité è stata evacuata da turisti e residenti per consentire lo svolgimento delle operazioni di spegnimento dell’incendio e la messa in sicurezza».

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Giovanni Palermo davanti a Notre-Dame

Preoccupazione, commozione, dispiacere ma anche voglia di ricostruire: «Sono già arrivate delle offerte economiche per contribuire alla ricostruzione – precisa lo jesino -. Non sarà questo episodio che ci fermerà. È andata perduta l’originalità dei pezzi ma ce la faremo. Lo stesso presidente del gruppo Kering (che possiede marchi di lusso con sede a Parigi, ndr), Francois-Henri Pinault, si è fatto avanti proponendo una ingente somma di denaro – 100 milioni di euro, ndr – da destinare alla causa».

(e.d.)

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