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JESI ANTONELLA RUGGIERO, EMOZIONI COINVOLGENTI

Un successo strepitoso per l’ex Matia Bazar e Francesco Buzzurro, uno dei chitarristi più bravi al mondo, al concerto nell’ambito del Festival Pergolesi Spontini

JESI, 1 ottobre 2019 – Il Festival Pergolesi Spontini – che ha “invaso” la città federiciana e non solo con un mese intero di eventi l’uno diverso dall’altro ma tutti quanti con l’imperativo categorico (come si diceva una volta e come qualcuno vorrebbe si ridicesse oggi…) di vivere insieme al pubblico, tutto, un’avventura, intitolata “Futuro.Infinito” che già nel titolo parla di giovani e del coinvolgimento globale che la musica propone – ha chiuso i battenti con il concerto di Antonella Ruggiero e, alla chitarra, Francesco Buzzurro.

Una serata emozionante e coinvolgente per le scelte dei brani che si muovevano, sinuosi, fra i successi della cantante, il jazz, la musica d’autore, il sacro.

E voi direte, ma come si fa ad accompagnare tutto questo con la chitarra soltanto? Vero, ma se è la chitarra di Buzzurro, una Godin che aveva nascosta nella cassa, credo, un’orchestra intera, tutto è possibile.

La voce della Ruggiero non propone più certi squilli che ci ricordano i suoi tempi coi Matia Bazar ma, in realtà, la scaletta ci guadagna. Gli arrangiamenti meritano la quasi intimità che un concerto acustico (voce, chitarra e…chitarra) deve avere. Per cui nessuno può fare paragoni coi dischi registrati con gruppi o orchestre.

Buzzurro? Che dire, forse ha ragione Ennio Morricone quando lo definisce «un chitarrista fra i più bravi del mondo perché capace di rendere fruibile a tutti la musica colta». Dalla classica al jazz allo swing, addirittura al “Nessun dorma” strumentale, ha incantato il Pergolesi.

Con la chitarra parla, chiede consiglio e le sue dita vanno e corrono dove il cuore e la mente comandano. Un grande Maestro. Dove finisce la sua mano inizia la sua chitarra, diceva il Massimo Poeta De André e gli arrangiamenti che hanno coinvolto la Ruggiero, con improvvisi cambiamenti di ritmi e battute, non hanno fatto altro che far diventare una festa con bis e controbis, per un Pergolesi colmo fino all’inverosimile.

Si è partiti con un Suite strumentale, con pezzi assemblati al meglio da Buzzurro, si tocca un “Tornerai” pieno di dolce malinconia, poi “Stasera che sera”, “Blue moon” (una chiacchierata segreta con la luna), “Echi d’infinito”, lo struggente “Ma se ghe penso” degli emigranti d’inizio Novecento… poi via via con “Vacanze Romane”, “Gracias a la vida”, “Amapola”, “La canzone dell’amore perduto” ed altre che mi restano nel pennino.

Antonella resta una voce fuori dal coro nel panorama musicale, perché si è sempre messa alla prova, con la sua intensità e colore della voce, con tanti generi musicali. Buzzurro, da oggi, è da mettere nella bacheca degli artisti più bravi nel mondo nella chitarra. E così il Festival ha chiuso i suoi battenti. Già si lavora per l’anno prossimo, ma la via maestra proposta dalla Fondazione Pergolesi Spontini sembra proprio la migliore.

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Giovanni Filosa

Foto Binci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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