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JESI Il “viaggio nelle Marche” di Emanuele Scorcelletti comincia da Jesi

Il fotografo delle star del cinema: «Sono qui per realizzare un grandissimo progetto: sarà esposto a Palazzo Pianetti ma coinvolgerò l’intera regione»

JESI, 22 ottobre 2020 – Assistere ad uno shooting (servizio fotografico, soggetti possibilmente in posa, ndr) è una esperienza coinvolgente.

Quasi quattro ore a girare nel backstage (questo non lo traduciamo), a vedere volti noti truccati e pronti a entrare in una parte che li condurrà a essere personaggi di un grandissimo affresco che servirà a completare, anzi, a essere un valore aggiunto per una mostra, con annesso catalogo, pensiamo, che il fotografo di origine jesina Emanuele Scorcelletti – considerato uno dei maggiori fotografi delle star del cinema al mondo – sta cominciando ad “inventare” partendo dal Teatro Pergolesi.

Non dimentichiamo che Scorcelletti ha vinto, fra i tanti riconoscimenti avuti, il World Press Photo nella categoria Arte e Cultura per uno scatto a Sharon Stone al Festival di Cannes del 2002, che vedete fra le foto a corredo del pezzo. E tante altre mostre per il mondo, fra le quali “Equus” esposta anche a Jesi, arricchiscono la sua fama. Così come le foto scattate per “Le Figaro” di Parigi, che hanno mostrato al mondo le condizioni nel cratere nei primissimi giorni del post terremoto.

Tantissimi i personaggi di Jesi coinvolti, fra questi la direttrice della Fondazione Pergolesi Spontini, Lucia Chiatti e l’assessore alla cultura, Luca Butini.

Simona Cardinali, direttrice della Pinacoteca a Palazzo Pianetti, ci ha anticipato che si tratta di un set per creare «una mostra itinerante in Italia e all’estero, dedicata alla nostra regione, attraversata dallo sguardo del fotografo. È iniziato proprio adesso il lavoro, ci sono sia sorpresa sia attesa per quello che scaturirà da questo viaggio” nelle Marche da parte di Emanuele Scorcelletti. Un marchigiano che ci farà vivere autentici colpi di scena. La mostra partirà da Jesi, città dei suoi genitori, dove Scorcelletti torna spesso».

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Emanuele Scorcelletti con Giovanni Filosa

Poi la voce di Scorcelletti che invita “gli attori” di questo suo set a prendere il proprio posto. «Ricordatevi, ragazzi. Creeremo una messa in scena un po’ particolare, però molto allegra. Iniziamo, tutti ai vostri posti».

Riesco – tutti con mascherina o a distanza regolamentare – a girare dietro le quinte, nei camerini, colgo al volo alcuni personaggi in attesa di essere fotografati uno dopo l’altro poi si lavora sul serio. Alla fine Emanuele Scorcelletti ci parla un po’ di questo suo impegno marchigiano.

«Sono a Jesi per realizzare, partendo dalla nostra città, un grandissimo progetto fotografico per il prossimo anno. Sarà esposto a Palazzo Pianetti ma coinvolgerò l’intera regione. Che attraverserò con la mia macchina fotografica al collo. La fotograferò come la vedo io, ricca e carica di un sentimento poetico, che dimostra il mio amore per questa terra d’origine. Cercherò di fotografare, nei prossimi mesi, il maggior numero di luoghi possibili, per avere nella mia mente una specie di film che narri quello che in realtà è un mio linguaggio cinematografico, che mi accompagna in ogni mia avventura. Andrò nelle case, dalle famiglie, dai contadini, nei boschi, sulle spiagge, per raccontare come vedo le “mie Marche, che si accavalleranno ai ricordi da bambino, soprattutto nella mia Jesi, dove già ho cominciato a “scattare”».

«Percorrerò i piccoli paesi, non preparerò nulla e nessun set, l’importante è arrivare in un posto senza che la gente ti conosca – prosegue -. Capita che ti fermi con loro, ti riconoscono, dai prendiamo un caffè, e certo che la cosa mi fa piacere. Però il caffè ce lo prendiamo dopo le foto (risata, ndr)! Anche sul set di Jesi ho previsto di fare alcuni clic particolari ai vari personaggi, ritratti che sono il simbolo del mio lavoro, uno sguardo poetico e cinematografico sulle Marche. Personale, ovviamente. Fotograferò con molto rispetto e soprattutto con l’affetto che mi porto dentro verso questa città e questa regione che ricordo sin da quando ero piccolo. Tutti i posti delle Marche mi fanno sognare, io vivo a Parigi e quando rientro trovo che tutto sia sempre poesia, cinema, cultura, i sentimenti, l’amicizia, la famiglia, il rispetto per la terra, per il cibo, per la cultura. Il cinema, da FelliniVisconti ad Antonioni, è stato per me una base di studio, i miei mi hanno sempre portato a vedere i capolavori, in bianco e nero e non solo, di questi grandi maestri. Per cui le mie foto nascono come se stessi girando un film, tutto è un cinema, come le strade di Jesi. Chiedi a Simona Cardinali che mi ha accompagnato in questi giorni in città se è vero che ogni 5 metri la costringevo a fermarci perché avevo trovato un angolo, una persona, una prospettiva da inquadrare».

Il set è top secret, ed è giusto, sono riuscito a carpire alcune foto nei camerini e nel retropalco. Ma sono sicuro che sarà una nuova, favolosa avventura.

Giovanni Filosa

(foto in b/n di Emanuele Scorcelletti)

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