Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI Eredità Cesarini: «Grande spesa, ma pochi posti»

ex giuseppine piazza pergolesi jesi

Il Comitato Eredità Sociale torna a chiedere al Comune di Jesi chiarimenti sull’immobile di Piazza Pergolesi individuato come sede della struttura per disabili

JESI, 29 marzo 2021 – Il Comitato Eredità Sociale Daniela Cesarini torna a chiedere chiarimenti circa l’immobile di Piazza Pergolesi (foto in primo piano) individuato come sede della struttura per disabili, struttura voluta dalla ex assessora ai servizi sociali che ha destinato la sua eredità a questo scopo.

«Un’Amministrazione che mal sopporta critiche, suggerimenti, offerte di partecipazione attiva alla gestione del bene comune – scrive il Comitato -. Parallelamente è solita attaccare l’avversario fino a giungere al velato insulto personale.

Riteniamo che non si governi un territorio aggredendo con prepotenza tutti coloro che non la pensano come chi sta temporaneamente amministrando la città. Sia la fontana da spostare nonostante tutto e tutti che la realizzazione della casa-famiglia dell’eredità Cesarini potrebbero risultare indigesti in un prossimo futuro».

Il Comitato ritiene importante «fare degli approfondimenti ed avere delle risposte esaustive e chiare alle nostre argomentazioni. Non possiamo certo risultare in qualche misura soddisfatti se ci viene indicato che il numero degli ospiti della struttura, sarà 5 e non 4

Vorremmo non sentirci presi in giro. Ad oggi i curatori testamentari non si sono mai espressi pubblicamente in favore della realizzazione della casa famiglia nel complesso delle ex-Giuseppine: li invitiamo a farlo se quanto sostenuto dal Comune corrisponda a verità e segua fedelmente le chiare indicazioni espresse all’interno dell’Eredità Cesarini».

Riguardo il parere dell’Asp Ambito 9 sulla struttura, il Comitato spiega come «questo organo non sia preposto a dare pareri tecnici riguardo al progetto ma si è solamente espresso favorevolmente in merito alla realizzazione dello stesso. Invitiamo l’Asp a smentirci nel caso in cui le nostre deduzioni fossero errate».

Quindi le richieste al Comune: «Perché realizzare una struttura che, nella volontà della donatrice, deve essere pubblica all’interno di un bene privato? Perché spendere parte dell’Eredità Cesarini per acquistare un immobile da una Società/ Immobiliare completamente privata? Il Comune non poteva valutare di mettere a disposizione per la casa famiglia un proprio bene immobiliare da ristrutturare completamente? Anche nel caso in cui si fosse scelto un bene privato, perché proprio un immobile sottoposto a vincoli architettonici della Soprintendenza?».

Gli amici della jesina chiariscono che «la struttura progettata è accessibile in carrozzina, ma non in modo pienamente autonomo, come si evince dalla pendenza della rampa di accesso all’immobile. Ci sono delle caratteristiche che rendono questo progetto non idoneo all’uso da parte di persone con disabilità motoria grave e necessitanti di carrozzina appunto (i corridoi larghi 120 centimetri e non 150, senza considerare le dimensioni esigue di alcune camere nonché degli spazi comuni). La definizione della casa famiglia è stata modificata ora dall’Amministrazione con un più specifico “gruppo appartamento disabilità” che rimanda in senso più tecnico ad una struttura adatta alle persone che hanno forme più lievi di disabilità».

daniela cesarini
Daniela Cesarini

Quindi il problema dei pochi posti letto: «Sostanziosa è la spesa per la ristrutturazione e l’acquisto dell’immobile ma esiguo il numero di posti che con questi soldi verranno messi a disposizione. Ciò che viene criticato e messo in discussion, non è la dimensione di una realtà più a dimensione ridotta e “familiare”, ma è l’ingente spesa economica per la sua realizzazione. E’ singolare, se non in parte preoccupante, che non sia reperibile in nessun documento ufficiale, un computo metrico estimativo totale dell’intervento (se non uno stralcio che rimanda alla sistemazione della corte interna di € 90.000 circa), che faccia comprendere, anche ai più profani in materia di progettazione architettonica e direzione lavori, come vengano impiegate queste risorse ricevute in eredità. Doveroso ricordare al sindaco Bacci che Daniela chiese espressamente che i suoi beni venissero messi a disposizione per i servizi alle persone con disabilità, non che venissero utilizzate dall’Amministrazione per portare avanti la sua attività di normale amministrazione, come potrebbe essere inteso il Peba appunto, per l’abbattimento delle barriere architettoniche degli edifici pubblici».

Quindi i dubbi sul rispetto delle volontà della Cesarini: «Ci saremmo aspettati che la realizzazione della casa famiglia, che porta con sé un alto interesse sociale, non fosse collegata a un’operazione immobiliare, che ci lascia estremamente preoccupati riguardo alle tempistiche di realizzazione. Una domanda viene spontanea. Qualora le abitazioni non dovessero essere vendute, quale destino spetterà alla nuova casa famiglia? Stiamo chiedendo informazioni e risposte nell’ottica di aprire un dibattito pubblico sull’operato dell’Amministrazione per far in modo che vengano rispettate le chiare volontà di Daniela e non per un attacco politico al Sindaco e alla sua Giunta».

(e.d.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News