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Cronaca

JESI Commosso ultimo saluto a Massimo Tramontana: «Amico generoso»

Toccante il ricordo di Attilio Carducci per conto di tutti gli amici, compreso mister Roberto Mancini che non ha potuto partecipare alla cerimonia funebre

JESI, 1 settembre 2021 – Tanta gente per l’ultimo saluto, questa mattina nella chiesa di Sant’Antonio Abate, a Borgo Minonna, per Massimo Tramontana agente di commercio e manager sportivo, che da mesi soffriva di un male incurabile.

La cerimonia funebre officiata da don Andrea Coacci ha visto la presenza di tantissimi amici dello jesino, del gruppo Azzurri d’Italia, di Aldo e Stefania Mancini, padre e sorella del mister Roberto che non ha potuto prendere parte al funerale ma che ha trascorso con lui gli ultimi momenti di vita, l’assessore allo sport Ugo Coltorti, tutti si sono stretti al dolore di Marcello Tramontana, adorato padre di Massimo, e dei suoi familiari.

«Apriamo i nostri cuori al perdono – ha detto il parroco durante l’omelia – e chiediamo perdono per un abbraccio non dato o una telefonata non fatta. E’ un dolore indescrivibile quello di perdere un figlio ma se Marcello lo ha perso nella vita terrena, la mamma Marisa lo ha ritrovato. Penso ai ritiri sportivi organizzati da Massimo, che farà fare anche agli angeli».

A nome di tutti gli amici, compreso Roberto Mancini, il toccante messaggio letto da Attilio Carducci che con la sua tromba ha anche suonato “Il Silenzio” alla fine del rito.

«Purtroppo Roberto non ha potuto essere presente oggi, ma lo è con il cuore e con l’anima. È stato l’ultimo a salutarlo domenica scorsa, con il dolore vivo e la pena addosso di chi sta perdendo una parte di se stesso. Ed è un po’ come se quello fosse non solo il suo, ma l’ultimo saluto da parte di tutti», ha detto Carducci.

«Oggi stiamo salutando l’amico per eccellenza, una persona dal carattere esuberante e vulcanico, dalla vitalità contagiosa, che si è sempre speso generosamente per gli amici. Massimo era una persona così intuitiva, spontanea e generosa, che talvolta poteva suscitare incomprensioni da parte di chi non lo conosceva. Ma ogni volta che c’erano delle incomprensioni Massimo stava veramente male. In questi casi con lui per chiarirti avevi anche un confronto acceso, dal quale però il rapporto usciva più forte e solido di prima. E gli amici di sempre, tutti noi qui, lo sappiamo. Lo so io che l’ho conosciuto bene solo negli ultimi anni, lo sapete tutti voi qui, e meglio di tutti proprio Roberto».

Massimo Tramontana (foto Candolfi)

Massimo Tramontana e Mancini sono cresciuti insieme nella parrocchia di San Sebastiano, quartiere Prato.

«Quante ne hanno vissute di storie insieme, da quando erano “munelli” nella parrocchia di San
Sebastiano di don Roberto
. Massimo spesso diceva divertito di aver fatto il Capitano di Roberto. Poi
aggiungeva con un sorriso: “Lui era un po’ più bravino però, solo un po’, eh !”. E poi le innumerevoli
trasferte per tutta Italia, per tutto il mondo, la condivisione di momenti irripetibili,
di una gioventù
vissuta sulle ali della vita. E la condivisione, appunto, di storie al limite del picaresco e di amicizie
(altrettanto fantastiche e sincere), di cui Massimo diventava immediatamente fulcro e anima».

Una parola che descrive Massimo è «il coraggio, che si esprimeva nelle situazioni più impensabili e intricate. amicizia, coraggio, generosità, dunque. Ce ne ho ancora due di parole: esuberanza e vitalità. Certo, come chiunque, Massimo aveva i suoi difetti, le sue debolezze. Ha perduto da giovanissimo la mamma, e sul suo rapporto con lei non posso dire molto, perché su questo è stato sempre, giustamente, riservato, come si costudisce la cosa più preziosa, la gemma più preziosa: la stessa riservatezza, dignità e generosità con cui ha mantenuto il riserbo sulla sua malattia. Conosco però la sua sensibilità religiosa, e conosco il rapporto di perfetta e reciproca simbiosi con il padre».

Già molto sofferente, Massimo ha raccolto le forze per andare a dare il «suo augurio a Roberto a Bologna, in occasione dell’amichevole con la Repubblica Ceca. Ed in quell’occasione, quando ha visto gli amici della sua miglior gioventù, oltre a Roberto, Fausto Salsano, Attilio Lombardo, Giulio Nuciari e soprattutto Gianluca Vialli, non è riuscito a trattenere una forte commozione. In quella commozione del resto c’era tutta la sua vitalità e generosità, tutto ciò che lui era, c’era forse la sensazione inconscia di vedere tutti quegli amici per l’ultima volta, la premonizione di un commiato da quella parte di sé che vedeva rìflessa negli sguardi degli amici. Ecco, quello probabilmente è stato una specie di addio anticipato alla vita: non erano le lacrime e i sighiozzi di un uomo debole, ma di un uno che per l’ennesima volta aveva fatto l’impossibile pur di salutare gli amici».

«Quello che ci lascia Massimo è anche una ricchezza che custodiremo nei nostri cuori, ogni volta che ricorderemo Massimo, sia nel privato, sia ritrovandoci. E non potrà mai mancare un sorriso…».

La salma è stata poi trasferita al civico cimitero per la tumulazione.

Eleonora Dottori

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