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Cronaca

JESI Cerimonia civiche benemerenze: commozione e ricordi

Il Consiglio comunale ha conferito i riconoscimenti durante l’assise di ieri: i familiari hanno ritirato la pergamena e la medaglia

JESI, 17 settembre 2021Cerimonia di conferimento delle civiche benemerenze: ieri il Consiglio comunale ha ospitato proponenti e familiari delle persone che hanno ricevuto il riconoscimento.

Maria-Cristina-Paris
Maria Cristina Paris

La prima benemerenza è andata a Marianeve Padalino, nata a Jesi il 17 maggio 1938 e deceduta a Jesi il 12 ottobre 2019, fondatrice e presidente per 30 anni dell’Avulss di Jesi (Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali Socio Sanitarie). La proposta da parte di Maria Cristina Paris, presenti anche il fratello e la sorella della donna.

«Lei era innamorata di questa associazione, della sua umiltà», ha detto ricordando l’impegno dell‘Avulss nel territorio della Vallesina.

Maria Luisa De Angelis
Maria Luisa De Angelis

Si è passati quindi al tenore di fama internazionale Giorgio Merighi, nato a Ferrara il 20 febbraio 1939 e deceduto a Jesi il 12 gennaio 2020. Presenti Elena Cervigni ed Elena Merighi, nonché la proponente del riconoscimento, Maria Luisa De Angelis: «Fu mio padre a proporlo per una borsa di studio al Conservatorio di Pesaro: il resto Giorgio lo ha fatto con le sue forze, il suo talento e la sua umiltà».

Gabriele Fava
Gabriele Fava

Gabriele Fava ha proposto la benemerenza per il professor Antonio Ramini, nato a Jesi il 25 giugno 1937 e deceduto nel marzo del 2020.

«Uno dei fondatori della Libera Università degli adulti di Jesi (Luaj) e di essa presidente per oltre 10 anni. Ha contribuito in modo decisivo alla sua crescita qualitativa e alla sua consistenza numerica, risultato frutto del lavoro totalmente volontario di chi organizza il programma e dei docenti che lo realizzano. La sua visione da insegnante era un prezioso insieme di umanità e di rigore intellettuale. Di ciò ì suoi numerosissimi studenti sono stati, e potrebbero esserlo ancora oggi, i testimoni più attendibili e i migliori giudici». Presenti anche il figlio Emanuele Ramini e la moglie Katia Mammoli.

Raffaele Tiberi

Su proposta delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra – Comitato di Jesi, il conferimento della benemerenza al milite ignoto: «Un simbolo, un monito contro tutte le guerre», ha detto Raffaele Tiberi a nome delle associazioni ricordando il centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria (Roma, 4 novembre 1921-2021).

sandro angeletti
Sandro Angeletti

Il consigliere Sandro Angeletti ha proposto invece il conferimento all’avvocato Cesare Serrini, scomparso a 67 anni, già vice Sindaco della città con la Giunta Girolimini e consigliere regionale psi delle Marche, nonché assessore alla Cultura del Comune di Jesi. Inoltre, aveva guidato il Circolo culturale Sandro Pertini.

«Figura stimata per il suo impegno» ha detto il proponente. Presenti alla cerimonia anche il figlio Stefano, la moglie Valeria Graziosi Serrini e il fratello Goffredo.

Saveria Grazia Sanchioni

Saveria Grazia Sanchioni è stata la proponente del conferimento per Silvano Zitti, nativo di Santa Maria Nuova nel 1942 e risidente a Jesi.

«Figlio di un reduce di guerra, si è dedicato, con straordinario impegno ed encomiabile tenacia, alla ricerca delle notizie sugli italiani scomparsi in Russia durante il secondo conflitto mondiale, avviando contatti per il rilevamento dei cimiteri di guerra e per il rimpatrio dei resti dei caduti». Presenti anche il figlio e la moglie Cesira Biagioni.

Nicola Bisi
Nicola Bisi

In ultimo è toccato a Italo Giuliani, storico presidente della Libertas, su proposta di Nicola Bisi per conto della Consulta dello Sport. Il momento è stato seguito dalle figlie di Giuliani, Tiziana e Marta presenti, Ilaria collegata da Londra, e dal dottor Umberto Romagnoli.

«Una vita dedicata allo sport e ai giovani e questo a conferma quanto il suo impegno sia stato oggetto di stima da parte della comunità che si è dimostrata nel momento del dolore vicina e presente come una famiglia».

Eleonora Dottori

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