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Cronaca

JESI PIANO DI SVILUPPO AREA VASTA: SI PUNTA A UNA SILICON VALLEY IN VALLESINA

JESI, 16 dicembre 2016 – Si era partiti nel febbario scorso con la presentazione del Piano di Sviluppo Area Vasta e ci si era dati otto mesi di tempo per raccogliere quanto si era seminato.

Un progetto che vede coinvolti Comune, Gruppo Maccaferri e Nomisma (società bolognese di studi economici che realizza attività di ricerca e consulenza economica per imprese, associazioni, enti pubblici) nell’ipotizzare le linee di sviluppo futuro della città e del territorio e le azioni concrete da realizzare nel breve periodo.

L’ottica è quella di maturare una strategia condivisa di posizionameto e sviluppo di tutta quell’area che insiste intorno alla città – area vasta, in sostanza la Vallesina – per condividere scelte su temi salienti comuni a un territorio che va al di là dei confini urbani. E nel mazzo ci sono il lavoro coniugato con le imprese, il turismo, lo sport, la vivibilità dell’ambiente, le infrastrutture.

Il punto della situazione su Jesi in progress, lo hanno fatto stamattina, 16 dicembre, il sindaco Massimo Bacci e Marco Marcatili, responsabile Nomisma dell’Unità strategie urbane e Sviluppo locale, in occasione dell’ultimo tavolo di lavoro. Tavoli ai quali hanno partecipato imprese, istituzioni territoriali e società civile.

La chiave di accesso ai finanziamenti europei – e privati –  è l’Iti, vale a dire l’Investimento territoriale integrato, sostenuto dalla Regione, “con la quale – ha affermato Bacci – cercheremo di dialogare e condividere alcune iniziative. E proprio stamattina con il presidente Luca Ceriscioli abbiamo avuto un incontro in merito, presentando questo nostro piano progettuale”.

Che delinea la nuova città in nuce e non è l’unico nelle Marche. Ma che si punta a far partire per primo.

Lo ha spiegato bene Marcatili, presentando i risultati di questi mesi: “Dalla piccola Milano si deve passare alla piccola Torino, coniugando tutti i settori produttivi e rinforzando le start-up, realizzando un parco scientifico e tecnologico da destinare ai nuovi imprenditori, recuperando e ricoinvolgendo i giovani dentro questi progetti di sviluppo, giovani che non riescono più a riversare in loco le loro competenze e se ne vanno“.

Jesi, dunque, pioniera, con la sua posizione centrale, per attirare lo sviluppo di nuove imprese, che è il vero scopo di tutta la strategia, “una Jesicon Valley“, parafrasando la nota Silicon Valley californiana.

“Abbiamo maturato alcune strategie e quelle che saranno le iniziative principali, frutto di un lavoro capillare che ci ha portato a intervistare praticamente tutta la comunità, comprese scuole e famiglie. Il futuro di Jesi è legato ai nuovi produttori: già ora la città fa da traino a tutta la provincia nel settore dell’innovazione e della tecnologia. Più di una start-up su quattro (26,8%) ha sede qui – 12mo posto a livello nazionale la provincia di Ancona –  a fronte di un peso percentuale della popolazione inferiore al 10%”.

Per andare a un esempio concreto il riferimento non può che essere il nuovo polo della scherma – protocollo d’intesa siglato il 12 maggio scorso – nell’aerea della ex Sadam che “grazie anche alla collaborazione con l’università di Ancona non sarà soltanto un contenitore sportivo, ma un brand territoriale inteso anche come laboratorio di sviluppo per nuove tecnologie”.

Le aree progettuali per rispondere alle sfide sono la Vallesina perché l’unità è fattore di forza, “ma – ha sottolineato il Sindaco – con principio di vera sussidiarietà, per condividere servizi che portino a una vera unione, partendo dal basso e non viceversa. D’altronde proprio in questi giorni stiamo operando per allargare il servizio cittadino di autobus anche a zone al di fuori del territorio comunale”.

La riqualificazione del centro storico – già molto frequentato per i suoi contenitori non solo culturali – incrementandone l’attrattività per consentire un salto qualitativo del turismo “completando i progetti che interessano corso Matteotti e piazza Pergolesi e recuperando anche l’area dell’ex ospedale – che sarà demolito nell’autunno prossimo – nella logica di una ricettività in senso globale che vada a integrarsi con le esigenze del centro storico”.

L‘interporto che “sarà al servizio dell’intera regione quando sarà anche riferimento logistico per la sanità e la protezione civile”.

L’area ex Sadam, già avviata sulla strada per essere un parco scientifico e tecnologico.

Una branca dell’indagine condotta vede i punti di forza della Jesi di oggi nello sport, al primo posto, seguito da enogastronomia, scuola, cultura, tutela ambientale la quale passa al primo posto come priorità per il futuro, seguita da scuola, sanità, turismo, cultura, assistenza sociale, viabilità, università, sviluppo industriale.

“Una sfida non semplice, un lavoro complesso. Ma sono soddisfatto – conclude Bacci – perché ci eravamo raccomandati che tutto fosse poi traducibile in azioni concrete. Siamo sulla strada giusta”.

Il tutto verrà sottoposto all’attenzione della cittadinanza il prossimo 15 febbraio, al teatro Pergolesi, nel corso di un incontro pubblico.

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