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Cronaca

JESI Scomparsa Armando Ginesi, il ricordo affettuoso degli Onafifetti

«Adesso che vedrai la tua città e i tuoi amici e conoscenti piangerti, capirai che quello che hai fatto per tutti è stato un atto di grande bontà e di partecipazione alla crescita della tua Jesi»

JESI, 13 marzo 2022 – L’aveva già scritto, Armando Ginesi, che stava per raggiungere la sua amatissima moglie Anna, la cui morte aveva acuito in lui tutta la disperazione e il dolore di questo mondo.

Come se aspettasse sorella Morte, si sentiva pronto per andarsene. Ciascuno di noi lo ricorderà come merita, oltre che per essere stato (e continuare a esserlo) uno dei maggiori critici d’arte, sempre in prima fila per studiare, capire, esaltare nuovi profili e nuovi artisti.

L’arte moderna e quella contemporanea non avevano segreti per lui.

Armando Ginesi con gli Onafifetti Giovanni Filosa e Mario Sardella

Noi Onafifetti lo conoscevamo da sempre e possiamo vantare di essere stati suoi “amici” da oltre cinquant’anni, senza se e senza ma, gli piaceva avere accanto personalità o personaggi con cui divertirsi e con cui parlare di politica, di giornalismo, di arte in generale. Ad ogni ora, sempre, non solo nelle occasioni ufficiali di mostre o vernissageconvegni.

Ed i suoi interrogativi, mentre ti guardava in faccia magari stupito dalla tua domanda, vertevano sempre su come l’arte possa essere parafrasata o compresa. Perché nell’arte c’è sempre qualcosa che ti sfugge.

Ricordavamo, tempo fa, le lunghe passeggiate, un circolo Pickwich in trasferta, come i peripatetici che filosofeggiavano dietro ad Aristotele, insieme ad altri pochissimi compagni di ventura ed avventura, per cantare poi insieme stornellate e mangiare con Vincè de Guero, al Calcinaro, pane burro e alici.

Tutto vero,  con l’aggiunta di una sana ironia che Armando tirava fuori al momento giusto. Ecco uno dei motivi del nostro forte legame.

Quando dirigeva a Jesi la Galleria “Il Centro”, inizio 1970, ci ha chiamati, per anni, a creare recital di satira, sui canti contro la guerra, sui nuovi personaggi, da De Andrè in poi.

Per noi una palestra di vita. Ha presentato i libretti serali di tanti nostri spettacoli non solo teatrali, in uno diceva “…io non li ho lasciati praticamente mai soli, da quando sono nati, per cui sto qui a ricordare che essi sono sempre stati, sotto l’ombrello riparatore della satira, a volte anche amara (ma si sa che la satira è come la medicina e più è amara più fa bene alla Comunità, anche se fa “incacchiare” qualche volta i singoli) la coscienza storica dell’esistenza dentro e fuori le mura rinascimentali della città federiciana” .(Presentazione spettacolo “A qualcuno piace calvo”, 31 marzo 2017).

Crediamo che oggi, poco dopo le 13, tutto il mondo della cultura avrà avuto, forse inconsciamente, un piccolo mancamento, come se si staccasse una parte della propria esistenza alla quale era profondamente legato.

C’è chi ricorderà, ed è anche giusto, tutti i riconoscimenti che in ogni parte del mondo Armando ha ricevuto, tutte, proprio tutte, le onorificenze della Repubblica Italiana, l’essere stato per anni console onorario russo, carica in cui ha messo, da par suo, anima e corpo, ci ha lavorato caparbiamente raggiungendo risultati insperabili per i rapporti non solo culturali fra le Marche e la Russia.

Ma noi abbiamo sempre amato Armando Ginesi perché era Armando, le “cariche” che ha avuto erano per lo meno “dovute” a una delle personalità più profonde che Jesi abbia mai espresso.

La sua intelligenza e modestia ci hanno permesso di condividere insieme a lui anche la conoscenza di grandissime personalità del mondo dell’arte, della cultura, della storia italiana. Ci mancheranno i rimbrotti che ci faceva prima di consegnarci i testi che scriveva su di noi. Lo raggiungevamo a casa sua ed era tutto pronto, con un sorriso enorme sulle labbra, felice di aver contribuito, con l’affetto che aveva per noi, a condividere ancora un altro pezzo della nostra strada.

“Anche quando sarete a Villa Arzilla”, ci diceva, “la vostra vita sarà la satira”.

Grazie Armando di tutto, adesso che l’hai raggiunta la tua Anna e vedrai la tua città e i tuoi amici e conoscenti piangerti, capirai che quello che hai fatto per tutti, e non solo per noi Onafifetti, è stato un atto di grande bontà e di partecipazione alla crescita della tua Jesi alla quale hai talvolta dedicato critiche costruttive e reali.

Ricordati, Armando, che per buona parte della tua vita ci hai fatto da “garante”, per questo ti abbiamo consegnato neanche due anni fa, un attestato di “Onafifetto benemerito” che hai incorniciato e collocato,  fra le centinaia di attestati e riconoscimenti ottenuti in ogni parte del mondo.  

E’ o non è affetto profondo, questo?

Ciao Armando, buon viaggio, sai quanti artisti riconoscerai e conoscerai? Un saluto affettuoso dai tuoi

Onafifetti

(Giovanni Filosa, Mario Sardella, Piergiorgio Memè)

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