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Ancona Controlli del fine settimana, tre denunce

In due alla guida con tasso alcolemico superiore alla norma mentre un nigeriano circolava con una patente falsa

Ancona – Anche il fine settimana appena trascorso è stato interessato dai servizi di prevenzione disposti dal questore Cesare Capocasa nelle zone del centro cittadino, al fine di contrastare la presenza di giovani che pongono in essere comportamenti incivili, quando non penalmente rilevanti. 

Spesso autori di danneggiamenti, oltraggi, assuntori di sostanze alcoliche e stupefacenti, protagonisti di un disagio in grado di generare una percezione di insicurezza nei cittadini che tranquillamente passeggiano nelle vie del centro cittadino.

Durante il servizio sabato sono state controllate 123 persone, di cui 66 con precedenti giudiziari.

Anche gli esercizi commerciali sono stati oggetto di controlli specifici ma nessuna irregolarità è stata riscontrata.

Numerosi sono stati anche i veicoli controllati e in due sono stati denunciati per la violazione dell’art. 186 del Codice della Strada.

In particolare, una giovane donna, italiana di circa 20 anni, al momento dell’alt intimatole dai poliziotti mostrava reazioni inconsulte, arrestando con incertezza il veicolo condotto. Una volta sottoposta a controllo del tasso alcolemico la giovane risultava averlo pari a 1.19 g/L. Stessa sorte per un uomo boliviano di circa 60 anni che, a bordo del suo ciclomotore, procedeva con andatura a zig zag. Una volta fermato e controllato presentava un tasso alcolemico pari a 1.64 g/L.

Inoltre, sempre nell’ambito dei controlli effettuati, anche con l’ausilio dei poliziotti delle Volanti, un altro uomo veniva denunciato per il reato di cui all’art. 489 c.p. (uso di atto falso). Il nigeriano, di 34 anni, veniva fermato a bordo della sua autovettura dai poliziotti e al momento di fornire la patente di guida l’uomo ne mostrava una conseguita in Nigeria.

Gli operatori, esaminandola attentamente, notavano che era in realtà falsa e non presentava tutti gli elementi di sicurezza atti a garantire l’autenticità del documento, l’uomo veniva così deferito.

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