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Cgil Lavoro: 6.000 occupati in meno nel secondo trimestre 2023, e sono donne

Il calo è totalmente attribuibile al crollo degli autonomi, che diminuiscono di 28 mila occupati (-17,7%), i dipendenti sono invece 23 mila in più (+4,7%)

Ancona – Nel secondo trimestre 2023 gli occupati nelle Marche sono 634 mila. Rispetto allo stesso trimestre del 2022 questi diminuiscono di 6 mila unità (-0,9%). Un dato in controtendenza rispetto al valore del Centro (+1,8%) e dell’Italia (+1,7%).

Al contempo, tuttavia, il tasso di occupazione generale rimane sostanzialmente invariato.

Il calo è totalmente attribuibile al crollo degli autonomi, che diminuiscono di 28 mila occupati (-17,7%). I dipendenti sono invece 23 mila in più (+4,7%).

Inoltre, osservando nel dettaglio i dati, si evince che la diminuzione degli occupati è ascrivibile alle sole donne, il cui tasso di occupazione scende al 59,8% (-0,3 punti percentuale). Gli uomini non registrano una variazione significativa in termini assoluti e osservano un tasso di occupazione del 74,2% (+0,8 punti percentuale).

Eleonora Fontana, segreteria regionale Cgil  Marche afferma che.“nella nostra regione assistiamo in questo secondo trimestre 2023 a un dato che va in controtendenza rispetto a quello nazionaleDiminuisce la forza lavoro e cioè la somma di occupati e disoccupati, ed aumenta il numero di inattivi. A pagarne le spese sono ancora una volta le donne, e i dati lo evidenziano chiaramente.

Uno degli obiettivi principali del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) era la destinazione di risorse finalizzate al rilancio dell’occupazione femminile e invece nella nostra regione ci troviamo di fronte a un dato assai preoccupante con la perdita in termini assoluti di 6.000 posti di lavoro tra le lavoratrici”.

“Ci allontaniamo pericolosamente dagli obiettivi di  promuovere l’occupazione, migliorare le opportunità di lavoro e lo sviluppo delle risorse umane. Come abbiamo più volte sottolineato, le scelte intraprese finora non producono i risultati attesi e necessari, soprattutto per le donne, e anzi continuano a spingere le Marche in direzione contraria a quella auspicata e inderogabile”.

A livello macrosettoriale, il comparto che ha visto la maggiore perdita è l’agricoltura (-31,7%). Dall’altra parte, le costruzioni registrano un significativo aumento degli occupati (+5,3%). L’industria non segna particolari alterazioni della componente occupazionale (-0,6%).

“Il dato fortemente negativo di occupati nell’agricoltura – sottolinea Eleonora Fontana – e la diminuzione di occupazione nell’industria, diminuzione quest’ultima in linea con il livello nazionale, dimostrano come ciò che tiene a galla l’occupazione delle Marche è la significativa crescita nei settori delle costruzioni determinata dalla ricostruzione post-sisma e dai bonus fiscali.”

Diminuiscono i disoccupati e il tasso di disoccupazione generale, fenomeno registrato anche nel Centro Italia e nell’intero Paese, sebbene nelle Marche in termini assoluti il calo risulti più marcato. I disoccupati calano sia nella componente maschile che femminile, con gli uomini che osservano tuttavia una decrescita maggiore rispetto alle donne.

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