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Chiaravalle

CHIARAVALLE ORE DIFFICILI, GLI OPERAI DELLA MANIFATTURA INCONTRANO IL PRIMO CITTADINO: SINDACATI SULLE BARRICATE

manifattura3CHIARAVALLE, 4 ottobre 2016 – Sono persone fiere, amareggiate, coraggiose. Hanno volti tirati e tesi, occhi smarriti ma dignitosi. I lavoratori della manifattura tabacchi che sono in assemblea permanente nello stabilimento chiaravallese e che oggi pomeriggio hanno incontrato il sindaco Damiano Costantini, sono feriti nel morale e nell’intimo ma non abbassano lo sguardo né la schiena. Reclamano a gran voce quella dignità che i vertici di una proprietà lontana, in tutti i sensi, sembra voler negar loro. Fin dal primo mattino gli ottanta lavoratori della manifattura tabacchi di Chiaravalle, compresi alcuni della sede romana, srotolano i loro striscioni di protesta, manifesti che spiegano più di mille parole la situazione che stanno vivendo.

manifattura4Il bersaglio è unico e ben identificato, ha un nome e un cognome: Giovanni La Croce, amministratore unico della Mit, l’azienda proprietaria della manifattura di Chiaravalle, la più antica d’Europa nel settore dei tabacchi. Giorgio Catacchio, segretario regionale Flai Cgil, però cerca di evitare personalizzazioni. “Ciò che dispiace e che è inspiegabile è il fatto che la manifattura tabacchi di Chiaravalle produce e bene, i suoi prodotti sono apprezzati in Italia e all’estero, il bilancio è positivo, gli utili ci sono eppure tutto sembra portare a pensare che i vertici vogliano arrivare ad un concordato che significa chiusura”. Sono persone di ogni estrazione, perlopiù quarantenni o cinquantenni i lavoratori della manifattura. Uomini e donne che lavorano nello stabilimento chiaravallese chi da quindici chi da diciotto chi da solo pochi anni. Non hanno perso la speranza ma le preoccupazioni per il loro futuro occupazione sono tante.

manifattura5“La situazione è cambiata radicalmente in pochi giorni – dice Claudio Sbarbati della Rsu – nei primi giorni di settembre avevo inviato personalmente due messaggi all’amministratore unico che in precedenza ci aveva assicurato attenzione e interventi. La sua risposta è stata laconica: diceva di non avere necessità di incontrarci e non capiva la nostra preoccupazione. Sapevamo che c’era la possibilità di stipulare e chiudere contratti con l’estero che avrebbero consentito lavoro ancora per lungo tempo alla manifattura ma questi contratti attendono di essere firmati. Eppure l’amministratore sembra voler portare i libri contabili in tribunale e non ci vuole incontrare. Io penso che le famiglie, i lavoratori meritino rispetto e non si fa chiudere un’azienda se è in attivo e se gli utili ci sono. Il consiglio d’amministrazione di domani potrebbe sancire la nostra fine. Abbiamo incontrato assessori regionali ed oggi il sindaco: vogliamo vederci chiaro ed abbiamo bisogno del sostegno di tutti”.

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