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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

È TUTTO UN BAAH

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Oggi sterzata a secco. Si parla di matrimonio. Ma non di matrimonio in generale, piuttosto di alcuni dettagli del rito del matrimonio, così come abitualmente celebrato da questa parte del mondo, che in me hanno destato sin dall’infanzia un misto di stupore e perplessità. Una roba che mi si inarca il sopracciglio e l’unica sillaba che il mio cervello riesce a comporre è un “baah” che mi muore muto in testa. Baah di fronte, ad esempio,  alle bomboniere. Ecco, io la bomboniera non l’ho mai capita. Per me la bomboniera è la morte dell’amore. Ma che vuol dire “la bomboniera”? Solo al pensiero di stare dentro un negozio di bomboniere ho i brividi. “Tesoro, prendiamo i confetti gialli o quelli rosa?” “Quelli rosa e abbiniamoci quel cacciatore 10×15 in porcellana di Capodimonte”. Brrrr. E poi brutte che non se guarda, ‘ste cazzo de bomboniere. Ma sostituiamole con qualcosa di utile tipo un abbonamento al cinema, 20 euro de ricarica per il cellulare, un salamino lardellato: vuoi mettere?? Ma tanto la gente se non cammina nel binario, je pare de perde el treno…che je fai, je meni? Baah. E quindi eccoci, in piena estate, col cacciatore di Capodimonte in mano. D’estate sì. A metà luglio inoltrata, per l’esattezza. Perché è questo il periodo in cui la gente si sposa. Ma porca puttana…l’anno ha dodici mesi, proprio quando se va in ferie ve dovete sposa’? Sarà cattiveria la vostra?? Ma optate per un mese contro corrente tipo marzo o ottobre… oppure sposatevi a Capodanno, che non si sa mai che cazzo fare…almeno si organizza un bel festone con sbornia finale di gruppo e vissero, anzi, vivemmo tutti felici e contenti. Macché. Il 25 luglio alle 10,30 di domenica mattina eccoci sulla panca in legno di noce massello a lato destro della navata. “Vuoi tu, Abelardo, prendere come tua legittima sposa la qui presente Adalgisa, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, matrimonioin ricchezza e in povertà ed esserle fedele sempre tutti i giorni della tua vita finché morte non vi separi??”. “Ma chi, io??”. A Jesi in questi casi se dice “Me còci ‘na cappellàda d’òvi freschi!”…(“Me còci n’òvo!” è quando la spari grossa, “Me còci ‘na padellàda d’òvi!” è quando decisamente esageri e se l’òvi è freschi, la faccenna è proprio impossibile!). Sì perché la proposta matrimoniale cattolica, così come formulata, è oggettivamente troppo impegnativa, dai. Qui altro che baah. Il prete te spara ‘sta domandina a bruciapelo ed è automatico che scappi. Automatico. “Adalgisa, luce dei miei occhi…mi sono testé ricordato di aver lasciato la macchina in doppia fila…mi attendi cortesemente un attimo assieme a questo affabile signore allegramente bardato innanzi a te? Grazie infinite, cordiali saluti, buonasera”. Ma, scusate, perché non promettiamo qualcosa di più fattibile? “Abelardo carissimo, io ti prometto che ci provo ad amarti e sopportarti tutti i giorni della mia vita. Ti giuro che farò il possibile, guarda, giurin giurello ti cadesse il pisello…ma anche tu, però, vedi de fa’ poco lo sgarzellino, eh, perché de secondo nome faccio Rosanna Fratello ovvero sono una donna, non sono una santa, intesi…Abelà??”. Sì, lo so, è utopia la mia. I matrimoni saranno sempre gli stessi… con mangiate di 8 ore de fila (baah)… e poi gli scherzi agli sposi (doppio baah)…le foto…uuh…le foto…(santissimo baah!) …“Buono il pesce?” “Sì, buonissimo, grazie!”… e bambini indemoniati che corrono all’impazzata e “Nonna chi la porta a casa??” …e, puntuale come un orologio svizzero, la zia che non si fa i cazzi suoi, simpatica come un attacco de appendicite: “Ce l’hai il fidanzato? Ma non ti supermansposi?? E i figli quando li fai?”… E in quell’esatto momento vorresti che scendesse Superman dal cielo col suo mantello rosso. Superman la bomboniera te la scaglia su Krypton. E tutta Capodimonte a seguire. “Amore mio immenso, Superman, questa mia lontana parente mi infastidisce…”. E via la zia a mo’ de fionda cosmica è scatavoltata in un nano secondo dentro un buco nero nella galassia di Andromeda. Puff. La zia non c’è più. Ciao ciao zia. E mentre la zia vola nella quinta dimensione, noi ce magnamo in santa pace la torta nuziale de Adalgisa e Abelardo. “Carmela, vuoi una fetta di torta?” “Veramente sono celiaca” “Celiaca, vuoi una fetta di torta??”. E tu che stai a legge tutto ‘sto papier de puttanate, giunto a ‘sto punto del discorso te chiederai: ma questa ce crede nei sentimenti? Che vòle da me? Che filosofia me vorrebbe trasmette sul finale della fiera? Guarda, io sul finale della fiera te dico solo che tra il sesso senza amore e l’amore senza sesso, ho scelto internet senza limiti. Vedi te.

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