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Ricette per il sorriso

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

IO E LA GIULIA

Scoprire che Babbo Natale non esiste? La prima grande delusione della mia vita. Un giramento di coglioni, gente mia, che la metà basta. Ho sì e no 6 anni quando la mia amichetta Giulia, di punto in bianco, mentre le sto raccontando della letterina per Santa Claus, se ne esce con un sadico e serafico: “Ma cosa scrivi a Babbo Natale?? Ancora non lo sai che sono i genitori che ti comprano i regali?”. E me lo sbandiera con un tono tipo: “Ma come sei messa all’età tua, razza di una fregnona?!”. A parte, Giulietta, che mancavano ancora due settimane al 25 dicembre e mi hai letteralmente rovinato l’attesa, il Natale e pure il Capodanno (Re Magi compresi); a parte, Giulietta, te lo dico a distanza di quasi 40 anni, che io non t’avevo chiesto niente e potevi benissimo farti una padellata di cazzi tuoi; a parte, Giulietta, che, oltre a me, c’erano milioni di bambini imbecilli sparsi per il globo e non avevi alcun motivo di umiliarmi in quel modo; ma soprattutto, Giulietta, che minchia di maturità e consapevolezza pretendevi da una che fa la prima elementare? Non potevi lasciarmi stare nel mio regno delle favole, cosa che, per altro, da marmocchi è un sacrosanto diritto?? Comunque, più che con Giulia che, poraccia, m’avrà guastato la festa per il legittimo bisogno di condividere la sua depressione, io sono ancora incazzata nera con mia madre. Già, perché, quel pomeriggio, naturalmente, corro subito a casa per raccontarle quello che m’è successo. E lei, invece di consolarmi, tranquillizzarmi, di condire con un po’ di zucchero quella pillola tremenda… cosa fa?? Con sensibilità oserei dire montessoriana, lapidariamente ammette: “Sì, è vero: siamo noi che ti portiamo i regali”. E mi assesta questa rasoiata come una che si toglie un gran peso, quindi, mentre parla, scuce una risatina liberatoria, probabilmente per imbarazzo, ma che io, a 6 anni, in preda al più nero sconforto e alla più totale incredulità, interpreto come ghigno d’accanimento misto a presa per il culo. In quel momento – PATATRAC – mi casca il cielo addosso. Perché, ve lo giuro, in quella corsa disperata dal cortile a casa, io c’ho sperato con tutta me stessa di essere “salvata” da mia madre…col cuore gonfio fino agli occhi, ho desiderato perdutamente che, se quella “cosa” che aveva detto Giulia era vera, mamma mi rifilasse una nuova menzogna a cui, vi assicuro, io avrei immediatamente creduto pur di tornare al mio Natale fatato…del resto mamma aveva il dovere di togliermi quell’angoscia dal petto!…E invece lei, diritta davanti al lavandino della cucina, proprio lei, con una compostezza da far invidia a un serial-killer, mi rifila quella doccia fredda, quella seconda sportellata in faccia, quella pugnalata a tradimento! QUOQUE TU, MATER?? Noo…mamma…nooo!!! E qui capisco, a mie precoci spese, che non ci si può fidare proprio di nessuno: perché se ti incartano di cazzate i tuoi genitori, cosa puoi pretendere dal resto del mondo?? Il punto che mi faceva più male era proprio questo: non tanto che quel trippone lappone non esistesse, quanto che mamma e babbo m’avessero preso per i fondelli per anni. Ricordo ancora che continuavo a chiedermi: MA PERCHÉ??…per quale motivo tutte quelle sceneggiate?…perché farmi scrivere le letterine…farmi mettere la merendina sulla finestra….la tazza di latte sulla tavola…perché i travestimenti…le impronte sparse per il salotto…e tutti quei racconti dettagliati sulla slitta, gli elfi e le renne?? DAAAI….MA QUESTA È CATTIVERIA ALLO STATO PURO! QUESTO È APPROFITTARSI BARBARAMENTE DELLA BUONA FEDE E DELL’INNOCENZA DI UNA BAMBINA! MA VOI SIETE DELLE CAROGNE! Sì, questo ho pensato!! E, dopo secoli di rancore covato in silenzio, oggi voglio gridarlo a nome di tutti quelli che hanno subìto il mio stesso trauma: padri e madri che non siete altro, ANDATE A FANCULO! Ma che bisogno c’è di imbastire tante recite?? Se proprio dovete adeguarvi agli imbrogli della società, sparatele meno grosse le panzane e, magari, ogni tanto, infilateci una piccola, “ammortizzante” verità anticipatoria…che so, una frasetta tipo “Babbo Natale è così impegnato che qualche volta papy&mamy lo aiutano coi regali…”. Poi, tassativamente incorniciato da baci, abbracci e carezze rassicuranti, si sceglie con cura il giorno della rivelazione apocalittica, che in ogni caso mai e poi mai deve cadere prima del decimo compleanno della vittima: no, dico, un’infanzia DECENTE in cui sognare qualcosa di buono CE LA VOLETE CONCEDERE?? E Babbo Natale no, e l’unicorno dorato no, e la fata turchina no, e gli gnomi dei boschi no, e il Principe Azzurro no, e Superman no, e l’anima de li mortacci vostri no…ma allora Buon Natale un cazzo e ditelo subito che ci aspetta UNA VITA DI MERDA!

 

PS (importante): Giulia, ti voglio bene. Mamma, ti voglio bene. Cappelletti in brodo vi voglio molto bene.

Ci risentiamo dopo la festa mia (la Befana), per la quale non mi aspetto da parte vostra né pensieri, né opere di bene, ma svariate casse d’alcol di un certo pregio.

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