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Falconara Dopo sei mesi ancora fuori casa, «un vero calvario»

A causa di un dissesto statico nel settembre scorso evacuati 9 nuclei familiari ma ancora non sono state adottate soluzioni, rimpallo di responsabilità, la Sindaca chiamata in causa risponde

Falconara – «Siamo stati abbandonati dalle istituzioni: da 6 mesi, da quel 29 settembre 2023 in cui abbiamo dovuto forzatamente lasciare la nostra abitazione, siamo fuori di casa e nessuno ci aiuta».

Le parole di Gabriele Giaccaglia e della moglie Elena Buscarino suonano come un duro monito e una condanna per chi dovrebbe far qualcosa e sta con le mani in mano.

La vicenda

Il 29 settembre 2023 intorno alle 15.30 succede che in via Canonico si vivono momenti di panico.

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Nel condominio al civico 19 si è creato un dissesto statico che ha causato il grave cedimento di un muro di contenimento e che ha reso necessario l’intervento immediato dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri della Tenenza falconarese, della Polizia Locale e degli operatori dell’Ufficio tecnico comunale.

La palazzina di via Canonico, in cui risiedono 8 famiglie, viene dichiarata inagibile, stessa sorte per la casa in via Bordoni, la strada sottostante, della famiglia Giaccaglia, padre, madre e due figlie. Tutti sono evacuati in via precauzionale.

«Da quel momento è iniziato il nostro calvario – dicono i Giaccaglia – visto che tutti hanno dichiarato di essere disponibili e attenti alla nostra situazione promettendo impegno e interventi e invece abbiamo dovuto fare tutto da soli».

Ne hanno per tutti, pur non volendo scatenare polemiche.

«La Sindaca ci aveva assicurato che avrebbe cercato sistemazioni ma non è stato così. Subito dopo aver lasciato la casa abbiamo telefonato al Touring, alla Tenda Verde, all’Eden Park ma non c’era posto. Dopo pochi giorni abbiamo trovato una camera al Touring: siamo stati lì 2 mesi pagando 1.500 euro. Abbiamo cercato altre case ma solo il vescovo Angelo Spina ci ha aiutato. Grazie alla diocesi abbiamo trovato una piccola casa dove da 6 mesi abitiamo in affitto».

La famiglia ha dovuto acquistare una cucina, alcuni amici hanno donato mobili e scaffali ma i problemi sono tanti.

«È come se avessimo la seconda casa: paghiamo doppie bollette per acqua, luce e gas e dire che abbiamo sempre pagato regolarmente le tasse. Non abbiamo nessun contributo, stiamo pagando anche il parcheggio per la macchina e da VivaServizi nessuno sconto sulle bollette. Ironia della sorte, abbiamo dovuto pagare anche le bollette di chi abitava qui, ed era moroso, altrimenti non avrebbero riattivato le utenze».

C’è un antefatto che li fa arrabbiare ancora di più .

«Dal 2018 ho scritto raccomandate a tutti per sottolineare l’instabilità della zona e il fatto evidente che da anni fuoriusciva acqua da quel muro. Lo sbancamento per costruire un’altra palazzina non può essere la sola causa perché da 2 mesi la ditta non stava lavorando nel cantiere. Il muro di contenimento da molto tempo era pieno di crepe che si sono allargate sempre più. E anche ora non si sa quando potremo tornare a casa: si rimpallano le responsabilità, la ditta che effettuava i lavori e il condominio di via Canonico. Spero che anche le altre 8 famiglie facciano qualcosa».

La sindaca Signorini dice di comprendere il disagio che sta vivendo la famiglia, costretta a lasciare la sua casa per responsabilità di terzi.

«Purtroppo il Comune, trattandosi di questioni riguardanti proprietà private, non può intervenire direttamente per sanare la situazione, né può intercedere con le strutture ricettive, anch’esse private».

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