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Grusol Malati non autosufficienti, mancano i servizi nel Distretto di Jesi

Sono le conclusioni del Gruppo Solidarietà di Moie che ha rilevato la distanza tra le esigenze dei pazienti e l’offerta sanitaria erogata, criticità anche nell’assistenza domiciliare

Moie, 13 aprile 2023Quale organizzazione e quale programmazione in risposta alle esigenze delle persone non autosufficienti in dimissione dall’ospedale o da altre strutture sanitarie? Quale risposta alle esigenze sociosanitarie di malati non autosufficienti e persone con demenze che vivono a casa?

La distanza tra domanda e offerta chiede un impegno istituzionale non dilazionabile. E’ necessaria una rinnovata attenzione alle esigenze delle persone non autosufficienti nel territorio del Distretto di Jesi – Ambito territoriale 9. Un’attenzione a partire dagli enti locali per il loro ruolo di rappresentanza delle esigenze dei cittadini malati e non autosufficienti per essere estesa all’Azienda sanitaria (Distretto di jesi e direzione generale) e alla Regione Marche. 

Lo evidenzia il Gruppo Solidarietà attraverso l’analisi della situazione della domanda e dell’offerta dei servizi territoriali rivolti alle persone anziane, e non solo, autosufficienti. Molti di questi, malati, comprese le persone affette da malattie degenerative (ad esempio demenze).

L’approfondimento evidenzia alcune strutturali criticità dell’offerta sociosanitaria territoriale e l’inadeguatezza degli interventi di sostegno alla domiciliarità.

Si possono stimare nel territorio circa 4.000 anziani non autosufficienti che vivono al domicilio, tra questi situazioni molto gravi. L’assistenza grava sulle famiglie con pochissimi sostegni da parte dei servizi (l’assistenza domiciliare comunale viene erogata a circa 80 persone con una media settimanale di 3/4 ore).

Le cure sanitarie a domicilio riguardano sostanzialmente interventi prestazionali per massimo qualche ora al mese (medicazioni, cambio catetere, ecc.) in un quadro in cui il ricorso alle assistenti familiari è sempre più complesso e costoso. Un eccesso di posti destinati ai malati in dimissione dell’ospedale che, però, non sembra garantire dimissioni protette e continuità delle cure soprattutto ai grandi anziani ritenuti evidentemente meno bisognosi di cure rispetto ai giovani anziani.

Un inadeguato livello di offerta di posti per anziani non autosufficienti che “non necessitano di prestazioni sanitarie complesse”, cui si aggiunge un inadeguato standard assistenziale per la gran parte delle persone ricoverate che si traduce in prestazioni aggiuntive anche di tipo sanitario a pagamento.

L’assenza di posti residenziali dedicati per le persone con demenza nonostante in tutto il territorio ne siano presenti 47 (19 a villa Jolanda, 28 in sette residenze del territorio). Si tratta di un fatto estremamente grave. In un territorio di 100.000 abitanti con oltre 17.000 persone con demenza non esiste, sostanzialmente, alcuna risposta dedicata e strutturata.

Una responsabilità che riguarda la Regione che convenziona, ma anche i soggetti gestori quando spacciano posti formali, seppur remunerati per demenze, ma non sostanziali. 

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