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JESI Amazon: i pro e i contro dell’America a “casa nostra”

Leggi del commercio spesso in rotta di collisione con le nostre tradizioni mercantili e con le infinite esigenze ecologiche

JESI, 1 ottobre 2020 – Le voci di una possibile presenza di Amazon alla periferia della città circolavano da un bel pezzo. E ce n’è voluto perché anche il Consiglio comunale ne prendesse atto per dire la sua.

Una presa di posizione del tutto interlocutoria perchè i fatti sono ancora, almeno apparentemente, evanescenti. Comunque è un dato di fatto che avere Amazon ai piedi di casa vuol dire non avere un supermercato dei tanti che già abbiamo – i cittadini lo devono sapere bene – ma vuol dire avere l’America a casa nostra. Con tutto quello che di positivo e di negativo questo può comportare.

Perchè Amazon, come tutti sanno, è una multinazionale nata una trentina di anni fa nella zona orientale Usa per vendere libri via internet con servizio a domicilio e con la possibilità, entro tot giorni, di respingere il prodotto perchè, anche se richiesto, non rispondente alle attese. Di qui le iniziali difficoltà della ditta prima di prendere il volo nel mondo. Oggi è insediata in una ventina di nazioni e vola dappertutto con tutti i prodotti che vuoi e che ti possono arrivare a casa in tanti modi. È sufficiente che tu chieda e paghi online.

Un fatturato Amazon di circa 300 miliardi fa della società una delle maggiori del mondo e fra quelle, tra le tante, che hanno portato creatività negli Usa. È una delle tante espressioni dell’inventiva, del pragmatismo, del coraggio e dello spirito “invasivo” post-imperialista di questa nazione che si è fatta le ossa conquistando il West con la rivoltella e con i cavalli durante due secoli. E vedi cosa è diventato l’estremo West con la California supercreatrice del digitale. Che la zona Interporto – fallita nelle sue finalità iniziali – abbia tutti gli elementi ad hoc per un insediamento del genere Amazon, nessun dubbio.

Che poi possa esserci, accanto alla creazione di un migliaio di posti-lavoro, anche una ulteriore cementificazione, non dovrebbe meravigliare più di tanto. Perchè siamo a livello post-mercato e post-commerciale per cui valgono solo nuove leggi spesso in rotta di collisione con le tante nostre tradizioni mercantili e con le infinite esigenze ecologiche.

Anche se sappiamo che non sarà mai il luddismo a vincere contro le nuove strade indicate dalla intelligenza umana, è anche vero che alle previste creazioni di nuove attività lavorative potrà corrispondere la crisi non solo dei nostri negozi e negozietti, ma anche buona parte dei supermercati attuali. E allora? Respingere l’occasione, ammesso che arrivi? No, certo. Intanto va tenuto presente che molto dipende dalla Regione proprietaria della zona Interporto e dai privati che pare siano stati interpellati per le loro proprietà terriere.

Solo successivamente l’Amministrazione comunale potrà dire la sua, definitiva, e dare la eventuale autorizzazione all’insediamento nel proprio territorio. Ma, naturalmente, passati gli accordi di cui sopra, il Consiglio comunale dovrà soltanto dire un “sì” e ben pochi “distinguo” di fronte a un gigante, pur sapendo che la sua presenza comporterà provvedimenti successivi in città, nei trasporti e nel commercio che saranno gradualmente portati all’altezza delle grandi metropoli.

Del resto Amazon si sta già insediando in almeno altre cinque città d’Italia. A chi vince sui metodi del passato, l’umanità, alla fine, non riuscirà mai ad opporsi. È il frutto della nostra intelligenza e dei nostri limiti: magari alla fine arriveremo ai mini-droni che ci serviranno il caffè in camera, ma potremo arrivare anche al più drammatico sconvolgimento di questo nostro meraviglioso e unico nido.

Vittorio Massaccesi

(da Voce della Vallesina)

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