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JESI CERIMONIA AL CIPPO IN CONTRADA CANNUCCIA IN RICORDO DI CONTADINI FUCILATI DA CRIMINI DI GUERRA

JESI, 29 aprile 2018 – Fuori dal calendario ufficiale delle iniziative promosse per la festa della Liberazione, questa mattina (29 aprile) un piccolo gruppo di cittadini del quartiere Minonna, accompagnati dal Parroco, Mons. Giuseppe Quagliani, dalla consigliere comunale Chiara Garofoli in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, dai rappresentanti di associazioni partigiane locali con tanto di bandiera Tricolore in spalla, hanno raggiunto il cippo in contrada Cannuccia posto a ricordo di una delle tante azioni criminali perpetrate nel corso dell’ultimo conflitto mondiale: la fucilazione di cinque contadini abitanti a Castelrosino.

Ad accompagnare questo gruppo c’era anche un personaggio la cui famiglia è entrata nella storia proprio a causa delle atrocità compiute dai fascisti il 28 dicembre del 1943; stiamo parlando di Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi che fu trucidato assieme ai suoi cinque fratelli.

Ieri pomeriggio Aldo Cervi ha incontrato la cittadinanza al Palazzo dei Convegni per rievocare quei tristi giorni scritti su un libro dal titolo: “Io che conosco il tuo cuore. Storia di una padre partigiano raccontata da un figlio”.

La cerimonia di questa mattina è stata organizzata per ricordare il 74/mo anniversario della fucilazione dei cinque contadini, avvenuta il 26 aprile del 1943; sul cippo, amorevolmente custodito dalla famiglia Calamante, sono riportati i nomi delle incolpevoli vittime; si tratta dei tre fratelli CarbonariCesare, Manlio e Nazzareno – e i due fratelli Luigi e Manlio NIcoletti. Uno di questi, ricorda lo storico Giuseppe Luconi nel suo libro “Conoscere Jesi” aveva appena 18 anni. Sulla lapide, posta ai piedi di una croce, figura anche il nome del giovane Umberto Carletti, ucciso anche lui il 26 aprile ’43 in contrada Piandelmedico. Prima della partenza del corteo che dalla chiesa di S. Antonio Abate avrebbe poi raggiunto il cippo, alcuni fedeli avevano partecipato ala celebrazione della S. Messa festiva; terminata la funzione religiosa si è formato il corteo composto da gente di ogni età (bambini compresi)che, scortato da una pattuglia della Polizia Locale e da un servizio di protezione civile, si è recato sul luogo dove è stato eretto il cippo. Qui Mons. Quagliani ed i presenti hanno recitato alcune preghiere per lasciare poi spazio alla Garofoli. Anche lei, dopo aver deposto una corona d’alloro ai piedi del monumento,  ha fatto un intervento contenuto nel tempo, ma significativamente rievocativo di un dramma umano. E’ toccato poi ad Adelmo Cervi commemorare quanti, a costo della loro esistenza, hanno lottato per riportare la pace e la libertà nella nostra Italia.

Terminata la cerimonia, i partecipanti al corteo sono stati accolti nella sede Arci di via Minonna dove è stato loro servito un aperitivo.

 

Sedulio Brazzini

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