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JESI DISAGI PER I CITTADINI SUL PONTE SAN CARLO ED IN VIA CASTELFIDARDO

JESI, 24 luglio 2018 – Ancora una volta la città ha dovuto vedersela con il maltempo e con quello che si lascia alle spalle; le piogge dei giorni scorsi, infatti, hanno messo in evidenza alcune manchevolezze dovute da chi dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini.

Per non finire con lo scrivere un lungo elenco di disagi ci limitiamo soltanto ai due che ancora sono sotto gli occhi di tutti: quello che sta avvenendo sul ponte San Carlo e la situazione in cui, da tempo, versa una parte della cunetta laterale in via Castelfidardo.

Cominciamo proprio da questa. Uscendo da Porta Mazzini per raggiungere il quartiere Prato, si imbocca via Castelfidardo, la strada in discesa che i cittadini conoscono come le scalette della Saffa. La parte a monte delle scalette è caratterizzata dalla presenza, sul lato sinistro, scendendo, di una sorta di cunetta abbastanza profonda che raccoglie la pioggia. Arrivati all’altezza della curva prospiciente l’ingresso di una struttura ricettiva la discesa si interrompe pero poi riprendere poco dopo. Bene, proprio in corrispondenza di quell’ingresso il canale di raccolta acque è come scomparso, riempito com’è dal terriccio che si accumula ad ogni pioggia. Questa diga naturale fa si che l’acqua piovana, non avendo più un canale di scolo, si riversa sulla scalinata rendendo disagevole il transito pedonale. Fino a quale anno fa su quella strada operava un volonteroso giovane disagiato che teneva pulito sia il canale di scolo della acque, così come l’intera scalinata; oggi, invece ….

Trasferiamoci al ponte San Carlo. Qui, durante e dopo un violento temporale ci troviamo di fronte all’allagamento della sede stradale. Una situazione di disagio e di pericolo per gli automobilisti dovuta alla cattiva manutenzione della strada. Si, è vero che ogni tanto troviamo operai che con tanto di tosaerba provvedono a falciare l’erba che cresce ai lati della strada, ma è anche vero che non completano l’opera. Ci spieghiamo. Se si vuole che l’acqua piovana defluisca nel sottostante corso dell’Esino è necessario che, oltre a far “sparire” l’erba si proceda ad eliminare anche le sue radici. E questo può avvenire soltanto se si procede alla pulizia delle caditoie che col passare del tempo e l’accumularsi di terriccio diventano veri e propri vasi in grado di accogliere piante di ogni tipo. Anche in questo caso – ma, come detto in apertura, è uno dei tanti – non sarebbe male che chi preposto al controllo dei lavori si adoperi perché l’operatore incaricato del diserbo provveda alla pulizia degli scarichi.

(s. b.)

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