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Cronaca

Jesi La Comunità Islamica si trasferisce, nuova sede in via Cascamificio

Avrà una superficie di quasi 4 volte più grande per la preghiera e le attività di sostegno alla comunità, c’è l’ok della Giunta, ma la modifica del Prg dovrà passare per il Consiglio comunale

Jesi – Dagli attuali 250 metri quadrati agli 850 di via del Cascamificio (adiacente al ristorante Mago Merlino). Il Centro Culturale Islamico Al Huda si trasferisce grazie a un atto di indirizzo adottato dalla Giunta, che di fatto costituisce il punto di partenza di una procedura che renderà possibile il trasferimento nei nuovi locali più adeguati alle esigenze della crescente comunità islamica cittadina.

Gli esponenti del Centro culturale islamico jesino insieme agli assessori Valeria Melappioni e Samuele Animali

Un atto che il vicesindaco Samuele Animali ha detto essere uno snodo significativo per l’evoluzione dell’intera comunità cittadina.

«Tecnicamente oggi parte il percorso formale – ha sottolineato -, ma questo è già l’espressione di un indirizzo politico che è giunto alla sua concretizzazione e mette in piedi tutti i presupposti affinché il trasferimento sia possibile».

L’operazione è stata presentata ieri mattina in Municipio alla presenza, oltre che del vicesindaco anche dell’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni, del presidente del Centro culturale islamico El Anouar El Miloudi, del vice presidente Heni Adel, oltre che dei consiglieri Aric Tarki, Houssain Mohammed Doelayet e Khan Yakub.

L’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni e l’assessore alle politiche dell’inclusione Samuele Animali

In sostanza la Giunta ha accolto la richiesta fatta dal Centro Al Huda di trasferirsi negli spazi in via del Cascamificio. Il Piano Regolatore (Prg) prevede in quell’area una destinazione a prevalenza ad attività artigianali ed economiche e per il 25% per utilizzarla a servizi sociali e culturali.

La richiesta fatta dalla comunità islamica è di poter utilizzare tutto l’immobile per il Centro culturale, andando in deroga alla percentuale rispetto al piano ordinario.

«Con l’atto di indirizzo di Giunta – ha spiegato l’assessora -, abbiamo avviato un percorso con la città che ci deve portare a concedere un permesso che si attiverà con il voto del Consiglio comunale».

El Anouar El Miloudi, Heni Adel, Aric Tarki, Houssain Mohammed Doelayet e Khan Yakub

Il Centro culturale islamico di Jesi attualmente ha oltre il 60% degli oltre 350 iscritti che sono italiani di cittadinanza, molti dei quali nati nel nostro Paese.

«Dove siamo adesso il posto non basta – ha spiegato il presidente El Anouar El Miloudi -, ma non è solo un problema per la preghiera. Il problema è anche la zona, con il traffico, il semaforo e i posti macchina. Noi al Centro facciamo anche molte attività, come corsi di lingua italiana che hanno permesso a 34 donne di prendere il certificato per la cittadinanza, i corsi di guida, con i quali 28 donne hanno poi conseguito la patente, ma anche il corso di lingua araba per italiani».

Uno spazio, dunque, più adeguato a livello di metratura e di salubrità dei locali, oltre tutto vicino alla zona della città, il quartiere multietnico di San Giuseppe, dove risiedono la maggioranza dei musulmani.

«Ringraziamo il Sindaco e tutta l’Amministrazione – ha detto Houssain Mohammed Doelayet, rappresentante della comunità islamico-bengalese – che ci dà l’opportunità di avere di nuovo un posto adeguato per la nostra comunità. Sono in Italia da 30 anni, ho la cittadinanza, ma sono musulmano e come tale devo poter pregare. Quindi sono grato per me e, soprattutto, per tutti i bambini e ragazzi di seconda generazione».

Si passa da un luogo, quello all’incrocio tra viale della Vittoria e in via Erbarella, in cui il Centro è in affitto, a uno stabile di proprietà per il quale Al Huda sosterrà un importante investimento «che testimonia la volontà di guardare avanti – ha osservato Samuele Animali -, di integrarsi e di radicarsi stabilmente nella nostra comunità».

La zona è oggetto di una riqualificazione e ci saranno interventi per adeguarla ulteriormente all’arrivo di un numero consistente di frequentatori. Si agirà sull’attraversamento del trafficatissimo viale don Minzoni, rendendolo più sicuro, oltre che nel riqualificare alcune aree che attualmente non si capisce bene se adibite a verde o a parcheggio.

In definitiva ora si attendono i passaggi burocratici necessari per poi andare a votare in Consiglio comunale la deliberazione che dà il via libera alla possibilità di acquisto e al conseguente trasloco.

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