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Cronaca

JESI Selena Abatelli: «L’altalena per disabili non si sposta»

«Va mantenuta al Parco del Vallato, nel nome dell’inclusione», e Claudia Lancioni: «In Consiglio comunale non hanno saputo cogliere il senso della mia proposta»

JESI, 8 maggio 2021 – «L’altalena inclusiva nel parco del Vallato non si sposta». Inamovibile Selena Abatelli, la madrina del Dream Day che ha donato alla città l’altalena per disabili collocata nel parco, che spesso ha subìto danni per usi impropri o per inciviltà.

A far presente la problematica era stata Claudia Lancioni, con una recente mozione, bocciata dal Consiglio comunale, con la quale aveva chiesto conto all’Amministrazione delle condizioni degli spazi verdi cittadini. Nell’occasione la consigliera pentastellata aveva anche suggerito lo spostamento dell’altalena in un posto come il parco di San Massimiliano Kolbe, nell’area protetta dell’oratorio.

JESI / Riqualificazione aree verdi, la querelle dell’altalena

Selena Abatelli, però, non è d’accordo.

«Quella del Vallato è la prima altalena per disabili installata a Jesi, all’epoca io e l’assessore Ugo Coltorti avevamo fatto sopralluoghi per capire quali fossero i parchi più idonei per le carrozzine e abbiamo scelto questo, che ha anche altri giochi inclusivi». Successivamente ne furono installate altre due, sempre grazie alla raccolta fondi del Dream Day, ai giardini di viale Cavallotti e al parco Mattei dell’ex Smia.

Lo spazio verde della parrocchia di San Massimiliano Kolbe

Già in passato Selena aveva denunciato gli atti di inciviltà che avevano rovinato l’altalena, in questi giorni nuovamente danneggiata e quindi transennata per evitare incidenti

«Spostarla, però, significa darla vinta alle persone incivili, quello che serve è educazione, comunicazione e sensibilizzazione».

Il Dream Day si batte per l’inclusione, e la Fattoria dei Sogni di via della Barchetta è un luogo dove le diversità non sono un problema ma una ricchezza.

«Trasferire l’altalena in un luogo privato, significa togliere forza all’inclusione. Se proprio dev’essere spostata in un centro privato, che venga in Fattoria: un luogo aperto a tutte e tutti, disabili e non, dove la disabilità non è un tabù».

La festa di compleanno di Simone Massaccesi alla Fattoria dei Sogni

Il Dream Day, in effetti, ha regalato alla città l’altalena grazie a donazioni provenienti da tutta Italia, destinate a un parco inclusivo accessibile a tutti.

«Anche per rispetto di ogni centesimo dei cittadini, l’altalena deve rimanere dov’è».

«Chi siamo noi per definire dove il normale finisce e dove il diverso inizia?»

«In fattoria un ex detenuto ha seguito un percorso di recupero, stiamo avviando un tirocinio di riabilitazione per le persone tossicodipendenti. Solo creando luoghi inclusivi possiamo abbattere i muri, e facendo conoscere diversi tipi di realtà».

«La disabilità può toccare tutti noi, direttamente o negli affetti, ed è importante parlarne. La prossima settimana incontrerò on line alcuni studenti di Senigallia per parlare di disabilità e inclusività: lo faccio perché sogno un mondo di parità, dove ci sia posto per tutti».

Claudia Lancioni a proposito del recente Consiglio comunale

«Tutti parlano di inclusione sociale, ma molti non sanno di cosa parlano. Ho proposto il cambio di ubicazione dell’altalena perché ci sono disabili che vorrebbero usarla, bambini e adulti, magari in un posto dove non si sentano gli occhi addossoIn Consiglio la maggioranza si è lodata perché abbiamo le altalene per disabili – cosa che non avevo contestato –, si sono messi come sempre sulla difensiva. Il mio era un discorso più profondo che non hanno saputo cogliere, ho fatto notare che ci sono interventi da fare nelle aree verdi da anni».

«Poi hanno parlato della donazione, ma anche qui, nessuno l’aveva messa in discussione. Hanno risposto a tutto tranne a quello che realmente avevo chiesto. Per non parlare dell’intervento del vice sindaco Butini che addirittura parla di segregazione. Viene a parlare di segregazione a me, che per 11 anni ho organizzato la Camminata su pe’ Montesecco per far capire a tutti che la disabilità esiste ed è tra noi».

«Comunque non è un problema, l’altalena rimarrà lì: sicuramente non sarà usata da persone grandi – finché il bambino disabile è piccolo spesso i genitori tendono a metterlo nell’altalena normale, quando crescono si devono affrontare altri problemi. Ma questo è un discorso che in pochi capiscono».

Cosa fare per l’inclusione sociale?

«Si dovrebbero organizzare giornate su questo tema con persone competenti che possano aiutare chi non vive la disabilità a capirla. Si potrebbero fare tante cose, bisogna avere la voglia di farle. Appena l’oratorio del Kolbe riaprirà parteciperò come sempre come volontaria nei pomeriggi. Stendiamo un velo pietoso sulla votazione dell’emendamento pilotato dalla maggioranza in modo che alla votazione finale anche la minoranza si sarebbe astenuta… Io non sono nata per la politica, presento mozioni più rivolte al sociale come le prossime sull’inclusione nelle scuole, sulle terapie domiciliari. Il fatto che la maggioranza debba sempre auto lodarsi senza rispondere nel concreto alle questioni mi lascia un po’ triste e demotivata».

Elisa Ortolani

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