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Cronaca

JESI TAGLI AI FONDI PER I SERVIZI SOCIALI, BACCI: “LA REGIONE NON MANTIENE LE PROMESSE”

Le preoccupazioni di famiglie e associazioni sono giunte fino in Consiglio Regionale

Le preoccupazioni di famiglie e associazioni sono giunte fino in Consiglio Regionale

JESI, 30 SETTEMBREHa venduto fumo il neo presidente della giunta Marche, Luca Ceriscioli? Quando in sede di campagna elettorale, nella primavera scorsa, tra le priorità del suo eventuale mandato (ma anche gli altri candidati lo hanno fatto) sbandierava il ripristino dei fondi regionali per il sociale e relativi servizi, mentiva sapendo di mentire?

Ha dato fuoco alle polveri il sindaco di Jesi, Massimo Bacci,  quando in apertura dell’odierno consiglio comunale ha annunciato, urbi et orbi, che la situazione, al proposito, si è fatta assai critica perché «pur non avendo dati ufficiali, è più di una sensazione la prospettiva che il problema si stia ingigantendo per il fatto che dei 34 milioni destinati per l’assistenza alle fasce deboli se ne dispenseranno in tutto solo 15».

Insomma, l’aria che tira non è fresca ma porta sentori  di ulteriori polemiche e, cosa assai più grave,

I Comuni sono alle prese con il bilanci e non sanno quante risorse destinare al capitolo servizi assistenziali

I Comuni sono alle prese con il bilanci e non sanno quante risorse destinare al capitolo servizi assistenziali

di una definitiva resa nei confronti di quanti, bisognosi di particolari attenzioni in ordine fisico o psichico, avrebbero il sacrosanto diritto di essere custoditi ed adeguatamente accompagnati, invece che essere emarginati. Niente fondi adeguati, si sa, significa di conseguenza niente più assistenza, domiciliare o scolastica, chiusura dei servizi di aiuto alla persona, scarsa qualità degli stessi e problema occupazionale per quanti, con stipendi minimi, offrono comunque professionalità alte.

«Il 21 settembre scorso si è tenuto un incontro ad Ancona col presidente Ceriscioli.  Molte parole, ma al netto dei fatti il ripristino del fondo sociale a 34 milioni di euro, dopo il quasi azzeramento della precedente amministrazione Spacca, non è affatto sicuro, anzi. E questo implica che, come Comune, non potremo far fronte ai  servizi da erogare. Abbiamo atteso fiduciosi intanto, con l’Asp (Azienda servizi alla persona) che è andata avanti  “garantita” nell’affrontare le spese. Tutto, però, sulla parola. E quella parola, adesso, sembra non tradursi in erogazioni concrete. Che fare?».

I tagli ai servizi sociali ricadono soprattutto sulle persone con handicap

I tagli ai servizi sociali ricadono soprattutto sulle persone con handicap

Per il momento, da fare, c’è una sola cosa: esprimere uniformemente «lo sconcerto e la delusione… verso una non incisiva manovra, o almeno non doverosamente incisiva come ci si sarebbe aspettati». Come? Attraverso una lettera, a firma dei consiglieri comunali di Jesi, pronta per essere recapitata al presidente della giunta regionale  ed ai capigruppo consiliari.

La situazione, tra l’altro, va verso un ulteriore aggravamento se si considera il prossimo futuro, il 2016 «anno per il quale – si scrive  – la previsione è addirittura inferiore (7 milioni di euro), costringendo paradossalmente a tagliare ulteriori servizi  – quali? – o a cassare definitivamente i disabili dal quadro dei servizi offerti, con una manovra orribile».

Il domani, dunque, non si presenta roseo, e tutti sono chiamati, con una azione politica forte, a concorrere per farsi carico e predisporre scelte corrette che non penalizzino le situazioni sociali di fragilità, perciò «le chiediamo signor presidente – continua ancora la lettera -, in nome della lealtà e della sincerità che ogni politico dovrebbe garantire ( e, qui, forse, siamo nel mondo dei sogni … ndr), ed in particolare chi, come lei, rappresenta un ente ed ha una funzione ed una responsabilità particolari, di dare concreto seguito all’impegno da lei preso in campagna elettorale quando, oltre ad altre considerazioni, si era impegnato “…se sarò eletto, ad adoperarmi per ripristinare, subito dopo le elezioni, i fondi regionali sociali per il 2015, e per gli anni della nuova legislatura, in misura adeguata a mantenere i servizi in essere ed evitare i tagli che invece si vanno prefigurando».

Il problema, che sembrava in via di definizione, è rimasto problema. E forse non a caso il consigliere Paolo Cingolani ha poi buttato lì un «c’è da fidarsi? Non dovevamo fidarci a suo tempo e non dobbiamo fidarci adesso. Che i nostri consiglieri regionali si diano da fare…».

(Pino Nardella)

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