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Cronaca

Jesi Urgenze e partecipazione: le priorità dell’assessore Valeria Melappioni

Delega ai lavori pubblici, spiega quali sono le sue linee guida: «Superare la logica del singolo intervento e progettare»

Jesi, 18 agosto 2022Urbanistica e lavori pubblici, mobilità sostenibile, politiche per l’edilizia residenziale pubblicahousing sociale. Sono le deleghe dell’assessore Valeria Melappioni, da poco più di un mese al lavoro con la nuova Giunta.

Ponte San Carlo

Quali sono le questioni più importanti, più urgenti che riguardano le sue deleghe?


«Diciamo che ci sono tre livelli in cui si cerca di intervenire. Il primo livello è quello dell’urgenza. Si tratta di far fronte a tante richieste. Ci leggo una gran voglia di partecipare, di essere attivi da parte del cittadino. Si tratta di strutturare questa necessità di cittadinanza attiva, in modo di superare la logica del singolo intervento, arrivando a una cura dei luoghi come dimensione collettiva. Poi c’è il livello dell’esercizio e iniziamo col dire che dobbiamo dare continuità ad alcuni progetti oggetto di finanziamenti del Pnrr che necessitano obbligatoriamente di scelte nette e lungimiranti. Ne cito alcuni, i bandi Pinqua, piani innovativi per la qualità dell’abitare, al cui interno troviamo i progetti per l’ex-Cascamificio, per il Complesso San Martino, per citarne alcuni. Il Ponte San Carlo è sotto i nostri riflettori, la procedura per l’affidamento dei lavori è in corso. Siamo concentrati a capire quali saranno, nel dettaglio, i disagi delle persone e a cercare le soluzioni migliori per ridurli al massimo. Nella direzione delle risposte ai disagi accenno brevemente al fatto che la pandemia da Covid ci ha fatto riscoprire la funzione importante della corte urbana, dei parchi, delle strade di quartiere».

Ex Cascamificio

«Per sentirsi cittadini è necessario valorizzarne le funzioni e dunque nel nostro lavoro di amministratori far sì che certi spazi, utili al singolo lo siano anche per promuovere la collettività che vive di relazioni».

«Infine, il livello della visione. Qui vogliamo incidere mettendo in pratica l’idea della qualità urbana diffusa attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle competenze, eterogenee e specifiche, lavorando su alcuni concetti chiave quali la rigenerazione urbana, il sistema dei parchi e della mobilità sostenibile, il tema della salute urbana. Vorremmo individuare strumenti capaci di ridurre le vulnerabilità di una città che sta già subendo gli effetti di eventi climatici rilevanti e in tal senso predisporre possibili scenari per la città del domani».

Per lei questa è la prima esperienza in politica, quale impronta vorrebbe dare al suo operato?

«Non sono una espressione di una forza politica ma ho scelto di mettermi al servizio di una coalizione che si riconosce nel programma Jesi città futura. Le funzioni assegnate al mio assessorato sono complesse e articolate ma credo che sia nei lavori pubblici che nell’urbanistica si debba mantenere un approccio di unitarietà e di coerenza di impostazione. In queste prime settimane di impegno sta prendendo forma una naturale volontà di lavoro collegiale di Giunta, in un confronto aperto con il gruppo consiliare. Assieme alle competenze e all’affidabilità della struttura tecnica comunale credo che il sistema possa avviarsi velocemente verso risultati positivi. Infine ci tengo a mettere in campo un assessorato aperto all’esterno e catalizzatore di idee, capace di ravvivare un dibattito sulla città, sulla qualità degli spazi pubblici e dei luoghi che la caratterizzano. Partecipazione sarà poi una parola chiave e centrale su cui fondare anche il lavoro di questo assessorato. La nostra volontà è di rendere i processi partecipativi realmente efficaci consentendo di avere fasi decisionali più adeguate alle esigenze della città, di cercare collaborazioni a tutti i livelli, dal singolo competente alle associazioni, ai professionisti, magari prendendo spunto da esperienze già consolidate in regioni come la Toscana e l’Emilia Romagna. Una nota finale, ma non ultima per rilevanza. L’architettura non può essere considerata una questione di bellezza cosmetica, ma un vero e proprio servizio per la comunità, proiettato nel futuro, responsabile verso le nuove generazioni. Per questo la pratica progettuale deve poter leggere i bisogni e interpretarli nel modo più coerente rispetto alle soluzioni da adottare in prospettiva e non solo nel presente immediato».

Tra le sue deleghe c’è quella della Mobilità Sostenibile, su questo fronte ha idee e progetti che le piacerebbe mettere in atto, considerando anche il programma di mandato?

La ciclabile di Viale M.L. King


«Il primo elemento da considerare è quello della cosiddetta mobilità dolce. In altre parole, un sistema ciclopedonale in grado di relazionarsi con tutti gli altri sistemi che costituiscono la città, non ultimo il sistema dei parchi urbani. Credo si debba pensare e lavorare per far sì che la mobilità dolce non sia considerato un sistema ancillare ma primario anche in una città come Jesi che, per morfologia, non è facile. Tutti sappiamo che spostarsi con la bicicletta, per esempio, è utile e porta grandi benefici, a livello individuale e collettivo. Perciò bisogna creare le condizioni: intendo attrezzature, segnaletica, sistemi di fermata, parcheggi scambiatori, e il tutto in piena sicurezza. Provo a fare una sintesi: il sistema deve garantire continuità e connessione tra itinerari e polarità. Deve avere sicurezza elevata (un genitore deve star tranquillo se manda un figlio a scuola in bicicletta nel traffico…). Deve contare su di una segnaletica omogenea e coerente con i cambiamenti del Codice della strada, per esempio. In ultimo: bisogna pensare connessioni agili con il territorio della Vallesina, in modo che se Jesi svolge funzione di polo, allora deve far sì che sia di facile accesso, altrimenti si interrompe una virtuosa relazione di mobilità extraurbana».

(e.d.)                                     

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