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Cronaca

Jesi Via Garibaldi, «una strada dimenticata»

I residenti lamentano scarsa manutenzione dell’illuminazione e della segnaletica, un pericolo per i pedoni e per le auto

JesiFaretti dell’illuminazione pubblica, lungo il marciapiede, che non funzionano da un mese, segnaletica manomessa e che non è stata ancora sistemata, scarsa illuminazione della sede stradale.

Sono queste alcune delle segnalazioni che i residenti di via Garibaldi hanno già manifestato agli uffici comunali, per ora senza ottenere riscontri.

«I piloni dei faretti che illuminano il marciapiede lungo la strada – ha spiegato Marco Giampaoletti, ex consigliere comunale e titolare dell’edicola Isi Center proprio nel quartiere di San Giuseppe – non funzionano da oltre un mese, in più persone abbiamo fatto la segnalazione agli uffici del Comune ma ancora nessuno è venuto a sistemarli. Un problema soprattutto per i più anziani che nei mesi invernali, quando fa buio presto, fanno fatica a camminare sul marciapiede senza inciampare».

«Il problema della scarsa illuminazione della via, inoltre, è un problema di vecchia data che l’installazione delle luci a led non ha risolto, anzi, i led non forniscono la potenza necessaria a garantire una buona visibilità nella sede stradale».

Una via di passaggio, altamente transitata a tutte le ore del giorno e della notte e che quindi andrebbe maggiormente attenzionata, per garantire la sicurezza stradale sia delle auto che dei pedoni.

In generale, ha evidenziato Marco Giampaoletti, i residenti lamentano un senso di abbandono, a dimostrarlo indicano anche la segnaletica stradale manomessa ma che nessuno si premura di sistemare, in una via di collegamento del quartiere di San Giuseppe al centro città che meriterebbe una maggiore attenzione.

Soprattutto in virtù del fatto che pochi mesi fa è stato riqualificato il parcheggio di via dei Mille – che si affaccia su via Garibaldi – alternando gli stalli ad aree verdi e riqualificando anche il passaggio pedonale per garantire il collegamento con Viale del Lavoro.

Il tutto nell’ottica di creare uno spazio più vivibile e a misura d’uomo, proprio in un punto della città altamente cementificato e sottoposto al notevole flusso di auto.

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